In Germania spetta un assegno crescente con il numero di figli a prescindere dal reddito, erogato in alcuni casi fino ai 25 anni. Nel Regno Unito c'è la “maternità condivisa”, cioè la possibilità di usufruire di 50 settimane di congedo parentale, di cui 37 pagate, suddividendole tra madre e padre. In Danimarca ogni mamma può stare a casa un anno. La Spagna è fanalino di coda con l'Italia
La Danimarca è uno dei “welfare states” per eccellenza. Già il congedo parentale, ad esempio, evidenzia la differenza con gli altri Paesi. Ogni mamma ha diritto a 52 settimane di maternità (un anno), di cui 32 sostenute da sussidi statali. Anche per i papà è previsto un periodo di congedo obbligatorio, pari a due settimane. Asili, materne, centri di assistenza: le possibilità per chi mette al mondo un bambino sono molteplici e quasi tutte pubbliche e totalmente gratuite. Previsto anche un benefit per i figli, cioè un assegno che scatta in automatico e prevede 600 euro a trimestre per i piccoli da 0 a 2 anni, 475 euro dai 3 ai 6 anni, 374 euro dai 7 ai 14 anni e 125 euro fino ai 18 anni. Le misure aumentano se il genitore è single e con due figli a carico. Se si decide di assistere il bambino a casa prima dei tre anni, il governo prevede un ulteriore sussidio pari a 342 euro per il primo figlio e 102 euro al mese per ogni ulteriore bambino sotto i 3 anni. Stesso discorso per chi sceglie l’assistenza privata in età prescolare, supportata da un assegno di 174 euro al mese per bambino, senza distinzioni di reddito, e da ulteriori aggiunte in caso di reddito minimo. Anche in questo caso gli sconti fiscali rappresentano una buona fetta di aiuti. Per le prestazioni di assistenza familiare, infatti, è prevista una deduzione del 20% sul costo dei singoli servizi, fino a massimo 2400 euro a persona all’anno.