Capitoli

  1. Pensioni, con l’abolizione della Fornero assegni Inps più bassi fino al 20% e maggiori spese per 20 miliardi l’anno
  2. Nel 2050 quasi 18 milioni di pensionati e solo 21,6 milioni di lavoratori
  3. Tra 1995 e 2009 sei riforme per assicurare la sostenibilità
  4. La Fornero, le salvaguardie per gli esodati e i nuovi anticipi pensionistici
  5. Eliminando l'adeguamento alla speranza di vita buco di 20 miliardi l'anno...
  6. ...e pensioni ridotte fino al 21% rispetto a quanto previsto ora
Economia

Eliminando l'adeguamento alla speranza di vita buco di 20 miliardi l'anno... - 5/6

Sia il centrodestra (nonostante i dubbi di Berlusconi) sia l'M5s propongono di smantellare la riforma del 2011 e permettere a tutti di lasciare il lavoro dopo 41 anni. Ma già oggi ci sono 38 over 65 ogni 100 cittadini in età da lavoro e nel 2050 saranno 70. Così senza adeguamento dell'età di uscita all'aspettativa di vita sarebbero a rischio i conti pubblici e l'importo delle prestazioni calerebbe fino a meno del 50% dell'ultimo stipendio

La situazione attuale deriva dunque da una lunga serie di riforme e abolire solo la legge del 2011 non eliminerebbe l’aspetto più contestato, cioè il requisito dell’età che ogni due anni viene ritoccato all’insù per star dietro all’aumento della vita media. Ipotizziamo comunque di voler fare tabula rasa rispetto ai nuovi requisiti in nome del principio, enunciato dal leader del Carroccio, che “andare in pensione dopo 41 anni è un sacrosanto diritto“. Principio condiviso da Di Maio, che il 10 gennaio ha inserito di diritto la Fornero tra le “400 leggi da abolire” per sostituirla con la regola che “si va in pensione dopo 41 anni di lavoro a dispetto dell’età”. Se a quel punto tutti scegliessero la pensione anticipata, che cosa succederebbe? Risponde, anche in questo caso, il rapporto della Ragioneria sulle “tendenze di lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario” aggiornato al 2017: da un lato assisteremmo al “significativo peggioramento del rapporto fra spesa pensionistica e pil”, anche perché nei prossimi anni molti nuovi pensionati godranno ancora di assegni calcolati con il metodo retributivo. L’effetto positivo della Fornero è stimato in 1,4 punti di pil nel 2020, pari a quasi 24 miliardi. Poi è previsto in diminuzione allo 0,8% del pil intorno al 2030 – 13,6 miliardi circa – e in seguito decrescerà fino ad annullarsi nel 2045. Nel prossimo decennio i risparmi medi ammontano quindi a circa 20 miliardi l’anno. Cancellando la legge, quelle risorse andrebbero recuperate attraverso tasse o tagli.