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Politica

Congresso Pd, il proporzionale che può fregare Renzi tra voti segreti e possibili traditori. “Obbligato a stravincere”

Non è in dubbio che alle primarie il segretario uscente sia in vantaggio. Ma se non supera il 50 per cento, bisogna tornare nell'Assemblea dei 1500 delegati, eletti con il più vecchio dei sistemi elettorali. "E se dopo i gazebo qualcuno tra i suoi alleati vedesse che l'ex premier non è più il supereroe di una volta - raccontano - se ne vedrebbero delle belle". Ecco regole e possibili alchimie (o impossibili come tra Orlando e Emiliano) dell'appuntamento che segnerà la politica italiana da qui alle elezioni

Vincere, “anzi stravincere”, per evitare la palude. E’ l’imperativo che i fedelissimi di Matteo Renzi si ripetono in questi giorni, in attesa che il congresso del Pd entri nella fase più calda. Il 30 aprile – il giorno delle primarie – in realtà è ancora lontano. Il successo del segretario uscente viene dato per scontato. Non solo dai sondaggi, che accreditano al Rottamatore percentuali rassicuranti, ma anche da alcuni dei sostenitori delle mozioni avversarie, quelle di Michele Emiliano e di Andrea Orlando. I quali davanti ai microfoni dicono di voler correre per vincere, ma, dietro la garanzia dell’anonimato, parlano di una sfida “coraggiosa ma proibitiva”, ammettono che è “quantomeno molto difficile”.