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  1. Congresso Pd, il proporzionale che può fregare Renzi tra voti segreti e possibili traditori. “Obbligato a stravincere”
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Politica

Congresso Pd, il proporzionale che può fregare Renzi tra voti segreti e possibili traditori. “Obbligato a stravincere” - 2/8

Non è in dubbio che alle primarie il segretario uscente sia in vantaggio. Ma se non supera il 50 per cento, bisogna tornare nell'Assemblea dei 1500 delegati, eletti con il più vecchio dei sistemi elettorali. "E se dopo i gazebo qualcuno tra i suoi alleati vedesse che l'ex premier non è più il supereroe di una volta - raccontano - se ne vedrebbero delle belle". Ecco regole e possibili alchimie (o impossibili come tra Orlando e Emiliano) dell'appuntamento che segnerà la politica italiana da qui alle elezioni

“Renzi deve stravincere per evitare agguati”
Ma è davvero tutto facile per Renzi? Non proprio. Perché, appunto, al voto finale delle primarie mancano circa 40 giorni, e se ne potrebbero ancora vedere delle belle. “Renzi è l’unico che ha davvero da perdere e noi su quello dobbiamo puntare”, spiegava qualche giorno fa a un gruppo di amici il sindaco di Bologna Virginio Merola, che dopo Bersani e Renzi, appoggia Orlando. E quindi l’affare Consip, la reputazione appannata di molti uomini del Giglio Magico, gli scontri interni al partito sulle strategie da attuare sul terreno delle alleanze future e della legge elettorale: tutte questioni destinate a indebolire la posizione dell’ex presidente del Consiglio. “Ma il problema di Renzi – riflette un esponente democratico vicino a Matteo Orfini – è soprattutto un altro: lui queste primarie non può limitarsi a vincerle. Deve stravincerle, per scongiurare il rischio di agguati e ribaltoni interni e soprattutto per scacciare le voci che lo descrivono come un leader azzoppato”. Tutto ciò, per l’ex sindaco di Firenze, si traduce in un numero: 50 per cento. È la soglia che deve superare – e di parecchio, se possibile – nel voto del 30 aprile. Altrimenti? “Eh, altrimenti si vedrà”.