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Politica

Congresso Pd, il proporzionale che può fregare Renzi tra voti segreti e possibili traditori. “Obbligato a stravincere” - 6/8

Non è in dubbio che alle primarie il segretario uscente sia in vantaggio. Ma se non supera il 50 per cento, bisogna tornare nell'Assemblea dei 1500 delegati, eletti con il più vecchio dei sistemi elettorali. "E se dopo i gazebo qualcuno tra i suoi alleati vedesse che l'ex premier non è più il supereroe di una volta - raccontano - se ne vedrebbero delle belle". Ecco regole e possibili alchimie (o impossibili come tra Orlando e Emiliano) dell'appuntamento che segnerà la politica italiana da qui alle elezioni

Se Renzi non fosse più “supereroe”
Tutti contro Renzi: la partita del Congresso è stata spesso sintetizzata così. Sembra scontato pensare a un’alleanza tra i due avversari se l’ex segretario non raggiungesse il 50 per cento dei voti. Ma non è così semplice. A quel punto, per l’ex premier si aprirebbe una partita più complessa. Più facile e più difficile allo stesso tempo.

Più facile perché, appunto, la somma algebrica tra Emiliano e Orlando non sembra destinata a funzionare: “La maionese impazzirebbe”, sorridono un paio di sostenitori del Guardasigilli.

Più difficile, però, perché molti renziani non ortodossi, di fronte all’appannamento del carisma del capo, comincerebbero a valutare altre soluzioni. Ragiona un parlamentare di area centrista: “Renzi ha saputo tenere insieme, intorno a lui, anche pezzi di Pd che, per cultura e formazione, non condividevano i suoi modi di gestire il partito. Come ci è riuscito? Mostrando la sua forza dirompente di leader. Molti lo ritenevano un pessimo segretario, ma le alternative erano francamente poca cosa. Se però le primarie dovessero certificare, come alcuni sospettano, che Renzi non è più il supereroe di un tempo, allora se ne vedrebbero delle belle”.