Se dovessimo stilare una classifica dell’Ebenezer Scrooge più sornionamente fetente della storia del cinema, non c’è dubbio, direi Michael Caine in Festa in casa Muppet. Dalla novella di Dickens, Canto di Natale (A Christmas Carol), ecco il perfido tirchiaccio padrone delle ferriere, che non sgancia un penny in più al misero stipendio dei suoi dipendenti, tra cui il povero Kermit/Bob Cratchit. Tutto cambia quando Scrooge riceve la visitina dei fantasmi del Natale e gradualmente si ravvede dei mali provocati dalla sua mancanza di generosità verso i più poveri. Nella versione dei Muppet (che quest’anno hanno compiuto 40 anni di vita) le varianti sul testo originale sono comicamente irresistibili. La partita di giro dei pupazzi della famiglia Henson è semplicemente un cast perfetto: Gonzo è Dickens e con Rizzo in scena narrano la storia (non c’è una loro gag che non diverta), i vecchietti Statler e Waldorf sono i primi due fantasmi incatenati ex soci di Scrooge, Miss Piggy è la solita implacabile furia, e tutti tra coniglietti, topolini e buffe bestiole dei Muppet cantano e ballano nel musical più buffo di Natale. La comicità dei Muppet è inarrivabile proprio perché destruttura le apparenze serie del testo, e qui, di fronte al personaggio estremo di Scrooge e alla miseria dei sobborghi inglesi ottocenteschi, funziona a meraviglia. Scrooge/Caine battuta del film: “Buon Natale? Bah, tutte fandonie”.
