Sulla via di Santiago

León

giorno 19

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Mi hanno sostituito l’anca 18 mesi fa, ma sono partito
Kenneth, 68 anni. USA

Prima che mia figlia si sposasse, ogni volta che andavo a trovarla in Spagna visitavamo una città diversa. Un anno siamo stati Santiago e lì avevo visto i pellegrini arrivare nella piazza della cattedrale. Ho capito che quella era più di una passeggiata. C’era un’emozione da togliere il fiato. Avevo bisogno di capire perché quelle persone reagissero così, e l’unico modo per scoprirlo era fare il cammino. Ho iniziato a documentarmi, anche a livello storico, e a pianificare come e quando andare.

In quanto luterano - sono un pastore - non credo che un pellegrinaggio serva a espiare i peccati, ma può fare parte di un processo di santificazione. Le ore lunghe e pacifiche passate da soli regalano tempo per riflettere sulla volontà di Dio. Alcuni cercano di sfuggire a tutto questo infilandosi gli auricolari. Una distrazione infelice. La riflessione e la presenza di Dio magari arrivano da una conversazione serale, guardando i graffiti lungo la strada o una chiesetta di paese. In qualche modo Dio può fare scivolare la sua parola dentro di noi e iniziare a cambiarci. Ho parlato con diverse persone che avevano cominciato il cammino da turisti e sono finiti per diventare pellegrini. Ho sentito un grande senso di tranquillità e gratitudine dopo avere visto albe spettacolari, panorami incredibili, posti tranquilli dove riposare.

Il cammino ha tutti gli elementi tipici del pellegrinaggio: il viaggio in un luogo specifico, lo scopo religioso, eventuali difficoltà e pericoli. Si fa la stessa strada che molti altri hanno percorso prima di noi. In più i tanti posti disponibili per mangiare e dormire rendono l’avventura più accessibile.

Il modo migliore per partire è rimanere aperti a tutto quello che può succedere. Se i piedi fanno male, si dovrà fare una tappa più corta rispetto a quella prevista. A quel punto si scardinano i piani e cambiano gli incontri. Ogni luogo dà vita a una storia diversa. La serata più straordinaria è stata quando tre di noi hanno deciso di fare una piccola deviazione: siamo andati in un albergue fuori mano dove la proprietaria - che era anche la cuoca e l’addetta alle pulizie - ci ha accolto, ha fatto un breve discorso a cena, e ha passato la serata con noi. Ha detto che il giorno dopo aveva tutti i posti prenotati ma quella notte eravamo i suoi unici ospiti.

Mi piacciono le sorprese e gli imprevisti, ma a piccole dosi. Visto che non avevo nessuna esperienza, per la mia prima avventura nel 2012 ho scelto il tratto da Pamplona a Burgos. Ho imparato a gestirmi con albergue e menu, ad ascoltare il mio ritmo, e a prendermi cura dei miei piedi. Ho scoperto che ho bisogno di alcuni accorgimenti di routine per evitare le vesciche. È una tecnica squisitamente personale, altri hanno bisogno di altre cose. Ed è ok! Nel 2013 avevo portato con me una persona che non aveva esperienze di viaggio oltreoceano. Questa volta ho rifatto lo stesso tratto di strada, ma in una stagione diversa. Cosa che mi ha aiutato a vivere un’esperienza diversa da quella precedente. Nel 2014 una famiglia di tre persone era venuta con me e abbiamo deciso di fare il cammino primitivo, a nord. Era molto meno frequentato e più difficile rispetto al francese, ma i panorami meravigliosi. Negoziare ogni decisione con tre persone cambia radicalmente l'esperienza. Nel 2015 e 2016 ho fatto le altre due parti del cammino e quest’anno tutto: da Saint Jean a Santiago.

Sono rimasto deluso dall’atteggiamento a volte insolente di quelli che iniziavano a soli cento chilometri dall’arrivo. Non hanno avuto il tempo di assorbire la gentilezza e la disponibilità che chi è partito prima ha imparato a conoscere e ad apprezzare. Era difficile non essere infastiditi da loro.

Mi hanno sostituito l’anca 18 mesi fa, ma questo non mi ha impedito di partire. Fino a che ho seguito il mio “protocollo anti vesciche” è andato tutto bene. Sono stato punto dalle cimici. Doloroso. Mi sono sbarazzato di loro e tutte le sere ho spruzzato sul mio letto uno spray per non essere punto di nuovo. Un giorno nelle mesetas ho fatto 38 chilometri, e c’erano diversi giorni da 32, quando la media era di 28. Parecchie persone erano stupite del fatto che avessi 68 anni, mi dicevano che ne dimostravo 54.

Mi sono preso alcuni giorni a metà viaggio per conoscere il nostro nipotino appena nato e quando sono tornato ho camminato da Leon a Foncebadon. Devo dire che il mio corpo ha reagito molto bene nonostante l’età. Ho anche perso due chili abbondanti, nonostante mangiassi tantissimo tutti i giorni. E adesso spero di mantenere i miei 77. Era da una vita che non pesavo così.

Fare il cammino mi ha spinto a leggere molto sui pellegrinaggi. Ho scritto una presentazione sul tema per due parrocchie bilingue inglese-spagnolo a Chicago e un’altra per un ritiro di pastori. Tornare alla routine è difficile e spero che un po’ della gentilezza e della pazienza che ho conosciuto permangano in quello che faccio ogni giorno. Voglio continuare a capire quale sia il senso del cammino anche per altre persone. Sono iscritto dell’associazione APOC, American Pilgrims of the Camino che vuole mantenere viva la tradizione e lo spirito di questa ruta.

León