Politica

Da militante arrabbiata, credo che in Sardegna il Pd debba ricucire dopo le mancate primarie

di Enza Plotino

Terremotata alle fondamenta nel proprio sistema sociale, culturale, sanitario da un governo regionale e locale di una destra becera, inefficiente, senza nessun progetto migliorativo della qualità di vita di una popolazione impoverita nelle tasche e privata delle più basilari necessità di assistenza e di cura, la Gallura si prepara alle prossime elezioni regionali e il centrosinistra prova a “risvegliarsi” dall’intontimento che lo ha visto annichilito e sfilacciato, avvicinarsi in ordine sparso alla prossima tornata elettorale. Saranno in grado, i cinque anni di inefficienza antidemocratica e di una giunta regionale votata al profitto e a succhiare linfa vitale piuttosto che dare sollievo economico e cura ai propri cittadini, di ricompattare il centrosinistra su un progetto “salvavita” per tutta la popolazione sarda?

Le prime mosse sono confuse, almeno per quanto riguarda il partito più grande, il Pd, espressione di molti governi locali, ma avvitato, sia al centro che in periferia, in una spirale di distinguo, posizionamenti tattici e fuoruscite strategiche che rendono l’unità di intenti e di progetto, un miraggio. I personalismi, le velleità individuali da tempo impediscono al Pd di mettere a fuoco quale è l’obiettivo politico e di governo unitario per migliorare le condizioni e la qualità di vita di una popolazione sotto schiaffo (a livello sanitario è evidente più che in altri settori).

Queste elezioni sono molto importanti dunque per questo grande partito e per dimostrare che lo schiaffo della destra è arrivato molto forte ed ha risvegliato le coscienze e le menti su un progetto politico di lungo termine, più inclusivo, con meno disuguaglianze tra centro e periferia, e meno individualista nei suoi vertici. Un progetto che si impegni per i cittadini e non più per i propri ombelichi al calduccio!

Allo stato attuale, stiamo assistendo, da una parte ad un faticoso quanto da sempre auspicabile processo di ricerca di un’unità e di un’alleanza strategica con gli altri partiti di centrosinistra e dall’altra a strappi (come quello di Soru) sofferti più da chi li subisce che da chi li promuove, che evidenziano lacune gravi nelle procedure del Partito, di avvicinamento all’appuntamento con un’alleanza tra forze diverse e distinte per poter vincere le elezioni.

Non aver “sentito” che le primarie, per il nostro popolo, sono, da sempre, il segno e lo strumento (fittizio o meno, pilotato o meno) di poter “contare” nelle decisioni del partito e non averle messe in campo prima di ogni tentativo di alleanza è stato fatale ed oggi scontiamo, con lo strappo di una parte dei democratici, quell’errore. “Governare” quello strappo, dunque deve essere una priorità per i vertici del Pd fino all’ultimo momento utile per poterlo fare!

Probabilmente non sarà in bilico la vittoria di Antonella Todde, una candidata di livello (con lei il M5S ha dimostrato di privilegiare la sostanza politica ai politici d’immagine), che sta muovendo i primi passi da “governatrice” con cura e condivisione, ascoltando e dimostrando passione (non se ne vede molta da queste parti). Si prospettano anche, da parte dei 5S, candidature molto forti con personalità che in Gallura riscuotono la stima e il rispetto da parte di una fetta consistente della popolazione!

Tocca quindi al Pd fare ora la propria parte per ricomporre gli strappi e sostenere, con la forza di un grande partito, l’alleanza e la candidata. Lo chiede, lo urla, una militante incazzata.

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