Capitoli

  1. Messina Denaro, la vita e i segreti di “‘U siccu”: il ruolo nelle stragi, il patrimonio miliardario, i rapporti con la politica
  2. IL PROLOGO DELLE STRAGI
  3. IL FANTASMA
  4. UN UOMO D'AFFARI
  5. IL SENATORE COL COGNOME PESANTE
  6. IL PEZZO DEL PUZZLE MANCANTE
  7. LETTERE A SVETONIO
  8. FEMMINE E PALLOTTOLE
  9. L'UOMO SENZA VOLTO
  10. GUARDIE E LADRI
  11. ALLE ORIGINI DELLA PIOVRA
  12. A CENA SOTTO CASA DI MATTEO
  13. IL LEGAME COI CUNTRERA E CARUANA
  14. LA NAZIONALE DEI KILLER DI COSA NOSTRA
  15. “I PICCIOTTI SANNO TUTTE COSE”
Mafie

L'UOMO SENZA VOLTO - 9/15

Ecco chi era davvero l'ultima "primula rossa" di Cosa nostra, il boss arrestato a Palermo dopo trent'anni di latitanza. I primi passi nella famiglia mafiosa di Castelvetrano (Trapani), l'incontro alla Fontana di Trevi con Giuseppe Graviano per pianificare gli attentati del '92-93, il rapporto con il senatore Antonio D'Alì di Forza Italia, le tante volte in cui è scampato alla cattura. Le ricchezze attribuite a lui finora sequestrate ammontano a circa 7 miliardi di euro

Qualcuno a quel destino ha dato una mano. Per esempio: come è possibile che un nastro con la voce di Messina Denaro sia rimasto dimenticato negli archivi del tribunale di Marsala per 28 lunghi anni? Chissà se da qualche parte c’è anche una foto recente. Gli ultimi scatti conosciuti sono istantanee ingiallite che ritraggono un giovanissimo Matteo nel giorno del matrimonio della sorella: è sulla base di quelle immagini che viene ciclicamente elaborata la segnaletica del boss, invecchiato artificialmente da un computer. Sappiamo che da allora ha subito un’operazione agli occhi, alla clinica Barraquer di Barcellona. E che, come dicono alcuni testimoni, è ingrassato: ‘u siccu non è più tanto siccu. C’è poi un filmato acquisito dagli investigatori della Dia. Siamo alla fine del 1992, una delle “missioni romane” di Cosa nostra: le telecamere del Maurizio Costanzo Show indugiano sulla platea e a un certo punto inquadrano il volto dell’amico Graviano. L’uomo al suo fianco potrebbe essere Matteo. Così almeno diceva il boss di Brancaccio, intercettato in carcere: “Ero con lui, ci siamo seduti accanto”. Se davvero l’uomo vicino a Graviano è Matteo, allora quel fotogramma è stat l’ultima immagine disponibile di un fantasma, fino al suo arresto. Solo nel 2020, invece, è saltata fuori un’inquadratura di una telecamera di sorveglianza piazzata su una strada in provincia di Agrigento: si vede un fuoristrada e un uomo seduto al posto del passeggero. Si riesce a scorgerne pure un pezzetto di faccia: è quella di Messina Denaro, sostengono gli investigatori. Quel filmato risale al 2009, quando il latitante si muoveva con una carta d’identità regolare, intestata a un’altra persona ed emessa dal comune di Alcamo. All’epoca, raccontano i pentiti, Matteo poteva persino permettersi il lusso di andare allo stadio: mentre mezzo mondo lo cercava, lui guardava il Palermo giocarsi un posto in Champions league. Come è stato possibile?