Incipit: “Quando un fronte d’aria fredda incontra a terra una massa d’aria calda, quest’ultima si alza al cielo. Nascono i temporali. Pioggia e fulmini, acqua e fuoco. Non ho mai chi tra i due fosse il caldo o il freddo, ma mi ritengo fortunato di aver incontrato il mio fronte opposto in Claudia Fanelli, la spatriata, come qui chiamano gli incerti, gli irregolari, gli inclassificabili, a volte i balordi o gli orfani, oppure celibi, nubili, girovaghi e vagabondi, o forse, nel caso che ci riguarda, i liberati”.
Che significato ha Spatriati per lei?
Spatriati nel dialetto di Martina Franca vuol dire anche irregolare, fuori norma, interrotto, ramingo. Mi sembrava una parola perfetta per raccontare dei personaggi che non si vogliono definire. Ho provato a scrivere un’utopia di persone libere, perché sotto sotto, covo l’illusione che la scrittura possa correggere la realtà.
Perché scrive?
Per quello che chiamerei il paradosso di Rodrigo Fresas, lo scrittore scrive perché non sa nulla.
Chi vincerà lo Strega 2022?
Non mi piace parlare di vincitori e vinti, ma essendo un gioco direi che vince chi partecipa, dunque tutti.
Il 47enne Desiati è l’unico tra i sette finalisti dello Strega 2022 che vi ha già partecipato: nel 2011 a 36 anni finì alla serata della cinquina al Ninfeo con Ternitti (Mondadori). Oggi è al suo 11esimo romanzo. Vive tra la sua città natale Martina Franca, Roma e Berlino. Ha fatto il giornalista e praticamente ricoperto ogni incarico nel mondo editoriale. Spatriati originariamente doveva essere narrato in prima persona femminile e durante la prima pandemia Covid non è avanzato di una riga.