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Elezioni comunali, l’Antimafia pubblica i nomi di nove “impresentabili”: quattro sono a Roma (tra cui De Vito). In Calabria c’è anche Lucano

Oltre al presidente dell'assemblea capitolina già in quota M5s, poi espulso e passato a Forza Italia dopo l'arresto per corruzione, nelle liste per l'assemblea capitolina ci sono Maria Capozza, anche lei di Forza Italia, Viorica Mariuta e Antonio Ruggiero, entrambi del Movimento Idea Sociale. Altri nomi anche negli elenchi di candidati ai consigli comunali di Cosenza, Siderno (Reggio Calabria), Napoli e Bologna

La commissione parlamentare Antimafia presieduta da Nicola Morra ha pubblicato la lista dei candidati impresentabili” alle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre, individuati in base a carichi pendenti o sentenze definitive per un elenco di reati previsto dal codice di autoregolamentazione della Commissione o dalla legge Severino (in quest’ultimo caso, se eletti i candidati decadono). L’elenco consta di nove nominativi, di cui quattro sono candidati al Consiglio comunale di Roma: oltre a Marcello De Vito – presidente dell’assemblea capitolina già in quota M5s, poi espulso e passato a Forza Italia – ci sono Maria Capozza, anche lei di Forza Italia, Viorica Mariuta e Antonio Ruggiero, entrambi del Movimento Idea Sociale. De Vito è sotto processo per corruzione: fu arrestato nel marzo 2019 con l’accusa di aver ricevuto tangenti per per “oliare” i procedimenti amministrativi sulla costruzione dello stadio della Roma e altri importanti progetti immobiliari. Anche Maria Capozza, avvocatessa esperta in diritto canonico (specializzata in procedimenti di fronte alla Sacra Rota) è a giudizio per corruzione in qualità di ex segretaria generale dell’Istituto pubblico di assistenza di Santa Maria in Aquiro, accusata di aver versato tangenti per ottenere appalti diretti a favore del proprio ente.

Per quanto riguarda le regionali in Calabria, l’unico candidato inserito nella lista dell’Antimafia è proprio Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace simbolo dell’accoglienza e appena condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere per un lungo elenco di reati, che si presenta a sostegno di Luigi De Magistris con la lista “Un’altra Calabria è possibile”. In occasione del controllo preventivo sugli elenchi provvisori – una facoltà concessa ai partiti a partire da quest’anno, che però è stata sfruttata ben pocone erano stati individuati altri due nelle liste a sostegno di Roberto Occhiuto, candidato del centrodestra, che però evidentemente non hanno superato il vaglio definitivo. Altri “impresentabili” compaiono negli elenchi di candidati ai consigli comunali di Cosenza, Siderno (Reggio Calabria), Napoli e Bologna. A Cosenza c’è l’ingegnere Gianluca Guarnaccia, che corre nella lista “Coraggio Cosenza” con Francesco Caruso sindaco, rinviato a giudizio in un processo per una lunga serie di reati (falso materiale e ideologico, rivelazione di segreto d’ufficio, turbativa d’asta) relativi ai lavori di riqualificazione di una piazza della città. A Siderno invece l’impresentabile è Domenico Barbieri, della lista “Corriamo insieme” a sostegno di Antonio Cotugno: per lui una condanna non definitiva a sei mesi per detenzione di stupefacenti.

A Napoli il nome sotto i riflettori è quello di Carlo De Gregorio, tra i candidati della lista civica “Essere Napoli” a sostegno di Catello Maresca per il centrodestra, condannato in primo grado per importazione, detenzione e commercio di sostanze stupefacenti. A Bologna, invece, ecco Riccardo Monticelli (“Coalizione civica per Bologna Coraggiosa”) condannato anche lui in via non definitiva per detenzione a fini di spaccio. Nella lista degli impresentabili, infine, c’è anche uno dei candidati sindaco di Cerignola (Foggia), Franco Metta, che era anche l’ultimo sindaco in carica prima dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose nell’ottobre 2019: la sua incandidabilità è stata sancita il 1° giugno del 2021 dalla Corte d’Appello di Bari, e anche se la decisione non è definitiva “rileva ai fini del codice di autoregolamentazione“, ha spiegato il presidente Morra, pur precisando che la situazione potrebbe cambiare in seguito al ricorso in Cassazione. L’articolo 143 del Testo unico degli enti locali, infatti, impedisce agli “amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento” di candidarsi nei “due turni elettorali successivi allo scioglimento, qualora la loro incandidabilità sia dichiarata con provvedimento definitivo”.