Cronaca

Coronavirus, monitoraggio Iss: “Rt sale a 0,90. Tredici regioni ancora oltre la soglia critica per i ricoveri. Evitare i contatti”

La scora settimana l'indice di contagio, che è uno dei parametri più importanti per valutare l'andamento dell'epidemia, si era attestato a 0,86 confermando la ripresa della crescita (quindici giorni fa era a 0,82. Per l'Istituto superiore di sanità è necessario "mantenere la linea di rigore delle misure di mitigazione adottate nel periodo delle festività natalizie"

Nel giorno l’Italia ha superato la soglia dei 70mila morti dall’inizio della pandemia, dal monitoraggio dell’Istituto superiore della sanità arriva la notizia che l’Rt nazionale è salito a 0,90 in questa settimana. A un giorno dall’entrata nella zona rossa per le festività natalizie il monitoraggio dell’Iss illustra una situazione che non tende a migliorare, con 13 regioni a rischio di cui 5 a rischio alto e quindi vengono invocate nuovamente le raccomandazioni a evitare i contatti.

La scora settimana l’indice di contagio, che è uno dei parametri più importanti per valutare l’andamento dell’epidemia, si era attestato a 0,86 confermando la ripresa della crescita (quindici giorni fa era a 0,82). Quindi complessivamente, l’incidenza rimane ancora molto elevata e l’impatto dell’epidemia è ancora sostenuto nella maggior parte del Paese. Inoltre si continua ad osservare nella maggior parte delle Regioni e della province autonome un rischio moderato o alto di una epidemia non controllata e non gestibile.

Tale situazione, spiegano l’Iss, conferma la necessità di mantenere la linea di rigore delle misure di mitigazione adottate nel periodo delle festività natalizie. “Le festività e l’aumentata mobilità e interazione interpersonale potrebbero aumentare i contagi con una appesantimento sui servizi sanitari. Si conferma pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.

Nella maggior parte delle Regioni e nelle province autonome resta un impatto elevato della epidemia in particolare dovuto ad un sovraccarico dei servizi assistenziali. Sono tredici tra regioni e province autonome ad aver superato almeno una soglia critica in area medica o in terapia intensiva. Il tasso di occupazione dei posti letto in Terapia Intensiva supera ancora le soglie critiche di occupazione. Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.003 (15/12/2020) a 2.731 (21/12/2020), diminuiti anche i ricoveri in area medica, da 27.342 (15/12/2020) a 25.145 (21/12/2020). In particolare Liguria, Marche, Puglia, Umbria e Veneto sono classificate a rischio alto. Il resto a rischio moderato, di cui 4 (Emilia-Romagna, Molise, provincia autonoma di Trento e Valle d’Aosta) hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità.

La Regione Veneto ha un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo 2 e si colloca per la terza settimana consecutiva a rischio alto con una incidenza estremamente elevata. “Questo desta particolare preoccupazione, pertanto nuovamente si esorta ad applicare con urgenza le misure previste per questo livello di rischio nel documento “Prevenzione e risposta a Covid-19”. In particolare il Veneto ha un indice di trasmissibilità Rt puntuale a 1,11, l’altra regione che supera il livello di guardia è il Molise a 1,02. Anche la scorsa settimana erano le stesse due regioni con i valori nazionali più alti: Molise (1.48) e Veneto (1.01). Le restanti sono tutte sotto il valore soglia di 1. Il valore più basso è in Campania a 0,65.

Sebbene ci sia un calo dell’incidenza negli ultimi 14 giorni (329,53 per 100.000 abitanti nel periodo 7-20 dicembre contro 374,81 per 100,000 abitanti tra il 30 novembre e il 13 dicembre) “il valore è ancora lontano da livelli che permetterebbero il completo ripristino dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti“. L’approccio, secondo gli esperti, ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni. Attualmente l’incidenza nei 7 giorni 14-20/12 aggiornata al 22 dicembre è pari a 157.01 per 100.000 abitanti.