Cronaca

Ats Milano: “Non riusciamo a tracciare tutti i contagi. Chi sospetta un contatto a rischio stia a casa. Autorità prendano decisioni più incisive”

Il direttore sanitario del capoluogo lombardo: "Quello che ci preoccupa è che non sappiamo esattamente in una grossa metropoli la velocità con cui il fenomeno si può verificare". Il virologo Pregliasco: "Bisogna prendere in considerazione l'eventualità di un coprifuoco nelle ore serali e notturne in città come Milano, Roma e Napoli e in tutte quelle zone del Paese dove la situazione potrebbe precipitare velocemente"

“Non riusciamo a tracciare tutti i contagi, a mettere noi attivamente in isolamento le persone. Chi sospetta di aver avuto un contatto a rischio o sintomi stia a casa“. Il messaggio è di Vittorio Demicheli, direttore sanitario dell’Ats Milano a SkyTg24 dopo che domenica in Lombardia si sono registrati quasi 3mila nuovi casi su 31mila tamponi: di questi, 1.463 sono stati registrati proprio a Milano con 727 casi solo in città. Dati preoccupanti anche nella giornata di lunedì: 1.687 nuovi casi, 814 nella città metropolitana di Milano e 436 in città, con 14.577 test. “Quello che ci preoccupa”, ha riconosciuto Demicheli, “è che non sappiamo esattamente in una grossa metropoli la velocità con cui il fenomeno si può verificare. Quello a cui lavoriamo in questo momento è invitare le autorità a prendere delle decisioni un po’ più incisive, quando abbiamo chiuso le attività alle 18 nella curva epidemiologica c’è stata una frenata brusca”. Come Varese e Monza, anche “Milano era stata colpita marginalmente” durante l’ondata di marzo e “quello che vediamo è che il contagio circola più velocemente nelle zone che sono state meno colpite la volta scorsa, quando è intervenuto il lockdown”. Quindi Demicheli ha rinnovato “l’invito ai cittadini a fare ciascuno la propria parte. Ciascuno dovrà rinunciare a qualcosa, perché in questo momento la fase del contenimento purtroppo è inefficace“.

Proprio le difficoltà di tracciamento sono tra gli aspetti più preoccupanti di queste ore. In totale ci sono solo 9mila “tracciatori” e le Regioni hanno fatto meno di trecento assunzioni. Una difficoltà che l’Italia condivide anche con altri Paesi Europei, come ad esempio la Germania o la Francia dove, stando agli ultimi report, il 75 per cento dei nuovi casi non risulta essere contatto di pazienti già conosciuti. A proposito della situazione lombarda, a dare l’allerta è stata anche Anaao-Assomed Lombardia. “La seconda ondata del virus”, si legge in una nota, “rischia ora di travolgere nuovamente non solo la Lombardia, ma l’Italia intera”. Secondo il sindacato regionale dei medici e dirigenti ospedalieri, “sono ancora numerosi i miglioramenti da apportare all’intero sistema sanitario lombardo per affrontare con forza ed efficacia questa nuova ondata epidemica”. “In questi ultimi mesi il Servizio sanitario regionale lombardo si è indubbiamente rafforzato per garantire una gestione efficace dell’emergenza Covid-19: sono stati assunti medici e infermieri, aperti letti in Terapia intensiva e Sub-intensiva, rinforzata la fornitura di dispositivi di protezione individuale (Dpi) negli ospedali e nei territori”.

Ma non basta e servono nuovi interventi. “Primo fra tutti è necessario un maggiore impegno nel reclutamento del personale (tra questi anche gli specializzandi del terzo anno), che deve essere formato preliminarmente, specie se non ricopre ruoli specialistici inerenti la gestione di Covid-19. Inoltre, serve approntare strutture e letti negli ospedali, identificando sempre appositi percorsi di sicurezza in entrata e in uscita”. Ancora, “resta fondamentale intensificare il tracciamento dei contatti attraverso l’App Immuni attualmente in uso in Italia, ma da rendere più user-friendly e maggiormente operativa”. E bisogna “incrementare la capacità di fare tamponi, anche rapidi, per evitare rischi di contagi in caso di mancata e immediata comunicazione della positività, potenziando quindi gli organici dei laboratori con dirigenti e tecnici. Per ultimo, è di primaria importanza garantire sempre al personale sanitario l’adeguata fornitura di Dpi e, in modo particolare, di mascherine, sia chirurgiche che Ffp2/Ffp3”. Quindi, conclude il sindacato: “Noi dirigenti medici e sanitari, anche se stanchi e preoccupati, siamo pronti nuovamente a fare la nostra parte” contro la nuova ondata di Covid-19. “Serve però che anche i cittadini tutti, giovani soprattutto, e meno giovani, facciano la loro parte”.

Anche per questo, per far fronte alla situazione più critica nelle grandi città, non mancano le proposte di coprifuoco. “Bisogna prendere in considerazione l’eventualità di un coprifuoco nelle ore serali e notturne in città come Milano, Roma e Napoli e in tutte quelle zone del Paese dove la situazione potrebbe precipitare velocemente”, ha detto all’agenzia Ansa il virologo e componente del Cts lombardo Fabrizio Pregliasco. A suo modo di vedere, c’è la necessità di “fare il possibile per evitare il lockdown a Natale, che oltre a essere molto triste, sarebbe un grave problema per le scuole e per il lavoro”. E ha spiegato: “Questo potrà avvenire solo applicando al meglio le disposizioni contenute nel nuovo Dpcm ed eventualmente realizzando restrizioni ulteriori, come appunto il coprifuoco, anche se questo procurerà purtroppo un danno a molte attività economiche”. Pregliasco ha sottolineato che era impossibile “continuare a vivere come abbiamo fatto fino a ieri”, ma si è detto favorevole al mantenimento della didattica in presenza. “Le scuole sono fondamentali e sono un luogo sicuro, ma c’è la necessità di governare il modo in cui queste vengono raggiunte dagli studenti. E questo si potrà fare solo applicando nuove modalità per i trasporti, come gli orari scaglionati per evitare gli assembramenti sui mezzi”.