Capitoli

  1. Province, dalla riforma Rattazzi a quella di Renzi: storia dell’ente simbolo della casta. Che nessuno riesce ad abolire
  2. Il nemico delle province: nel M5s espulso chi si candida
  3. Rattazzi, il padre dell'ente più anziano d'Italia
  4. La Malfa, il primo nemico dello spreco
  5. Le province sono poche: ecco quelle doppie e triple
  6. Quando anche B. voleva ucciderle. A parole
  7. Renzi, Delrio e la riforma a metà
  8. Dal Friuli alla Sicilia: il caos nelle regioni
Costi della politica

Dal Friuli alla Sicilia: il caos nelle regioni - 8/8

Breve storia dell'ente diventato simbolo dei carrozzoni inutili. Dalla creazione ai tempi del Regno Sabaudo al referendum fallito del governo di centrosinistra. In mezzo le contestazioni di La Malfa - il primo a definirne i costi come "inutili" - e la nascita degli enti tripli come Barletta-Andria-Trani. E anche Berlusconi un tempo promise di abolirle, incalzato dagli elettori che avevano letto La Casta, nel senso del libro. Era una bugia: Forza Italia affossò la legge che eliminava gli enti inutili

La riforma Delrio complica le cose anche perché vale solo nelle Regioni a statuto ordinario. In quelle a Statuto speciale si va in ordine sparso: in Friuli Venezia Giulia le 4 province diventano 18 Unioni territoriali intercomunali. In Sardegna da 8 province si passa a 4 più una città metropolitana. In Sicilia, dopo tre anni di caos istituzionale, le 9 province diventano 6 Liberi Consorzi e 3 Città metropolitane. A regolare la questione doveva essere la riforma della Costituzione, fondamentale per modificare l’articolo 114 che recita: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”. Per eliminare quelle due parole – “dalle province” – il 4 dicembre del 2016 doveva vincere il . Come andò quella notte è storia nota. Renzi il rottamatore finì rottamato. Le province che tutti volevano rottamare definitivamente sono ancora lì. Intoccabili. O quasi.