Cronaca

Cara di Mineo, migranti cacciati dal decreto sicurezza. Vescovo: “Abbandonare i cani è reato, farlo con gli umani è legge”

Il provvedimento non prevede che venga accolto chi ha fatto richiesta di permesso di soggiorno per motivi umanitari. Entro l'11 dicembre, scrive 'Avvenire', 90 persone anche di questa struttura - la più grande l'Italia - finiranno in strada. Monsignor Calogero Peri: "Apriremo anche le chiese per alloggiare queste persone"

“In Italia specialmente prima delle vacanze estive, passa una bella pubblicità: non è civiltà abbandonare i cani per strada e chi lo fa è punito dalla legge. Invece, abbandonare per strada i migranti o, se sembra troppo forte, ‘accompagnarli’ e lasciarli per strada , è ‘sicurezza’, è legge”. Il vescovo di Caltagirone, monsignor Calogero Peri, insorge contro il decreto sicurezza di Salvini, che a breve lascerà in strada anche decine di migranti che oggi risiedono nel Cara di Mineo (Catania). Perché, come ha spiegato il direttore della Croce Rossa di Crotone Francesco Parisi il provvedimento “prevede che venga data accoglienza a coloro i quali hanno fatto richiesta di permesso di soggiorno per asilo politico e non più per motivi umanitari. Di conseguenza questi ultimi perdono il diritto all’accoglienza e a transitare negli Sprar”. Il Cara di Mineo è la struttura per richiedenti asilo più grandi d’Italia, e oggi al suo interno ci sono 1800 persone. Al centro delle inchieste di tre procure, è stato definito da Salvini “vergogna a cielo aperto”, “fottuto centro di Mineo dai microfoni di Radio Padania e “centro commerciale di carne umana”Anche lì, nel giro di qualche giorno, inizierà la cacciata dei migranti. Ieri dovevano andarsene una mamma con la sua bimba che ha la broncopolmonite, ma la loro data di uscita è stata rimandata.

In ogni caso entro l’11 dicembre, scrive Avvenire, “quasi 90 persone su 1800 verranno accompagnate fuori dalla struttura. Poi ne seguiranno altri secondo una tabella di marcia non ancora precisata”. Tra gli espulsi dal centro ci saranno anche bambini da 1 a 12 anni di età, “molti dei quali nati proprio in Sicilia durante la permanenza dei genitori nel Centro per richiedenti asilo”. Bambini che una volta fuori dalla struttura non frequenteranno neanche più la scuola dell’obbligo e dovranno capire dove andare. Perché “le istituzioni non si occuperanno di dare loro un tetto”. Per questo, aggiunge Caltagirone, “apriremo anche le chiese per alloggiare queste persone” e precisa di avere già provveduto a mettere a punto 40 posti letto. Il monsignore poi, sempre sul quotidiano dei vescovi, ricorda che il Cara “fu fortemente voluto da Forza Italia e dalla Lega Nord, rispettivamente nella persona di Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, e di Roberto Maroni, ministro dell’Interno”. Un Cara imposto “contro le alternative proposte dai sindaci del territorio”.

Uscita forzata per decine di migranti dal Cara di Mineo, ma anche da analoghe struttura in tutta Italia. Cosa faranno? Dove andranno? Avvenire ricorda che nei giorni scorsi Salvini aveva provato a rassicurare: “Sembrava a leggere i giornali che io buttassi fuori la notte della vigilia di Natale donne incinte, bambini, anziani: chi è nello Sprar arriva alla fine del percorso Sprar, se uno ha ancora un anno sta lì un anno”. Quindi le strutture che non sono Sprar non seguono questa regola. Proprio come il Cara di Mineo. Decine di Comuni, intanto, hanno firmato mozioni per sospendere la nuova legge, mentre l’Anci stima un rischio di maggiori spese per 280 milioni l’anno.