Capitoli

  1. Renzi e Marchionne, l’amore ai tempi del potere: l’idillio filogovernativo è durato quanto il consenso dell’ex premier
  2. 2012, L'AMORE INIZIA CON UNA LITE
  3. 2013, LA PACE CON VUOTO A RENDERE
  4. 2014, RENZI AL POTERE E L'AMICO SERGIO
  5. 2015, LA LUNA DI MIELE
  6. 2016, L'ANNO DELLA PROVA D'AMORE
  7. 2017, LE URNE SEPARANO QUELLO CHE PALAZZO CHIGI AVEVA UNITO
Elezioni Politiche 2018

2017, LE URNE SEPARANO QUELLO CHE PALAZZO CHIGI AVEVA UNITO - 7/7

Nel 2012 litigano furiosamente, poi fanno la pace e diventano l'uno sponsor dell'altro anche sugli scenari internazionali per almeno tre anni, ovvero fino alla vittoria del No a referendum costituzionale. È l'inizio della fine, che diventa ufficiale con le parole dell'amministratore delegato, ma che si era già consumata nei mesi scorsi: decisivi i sondaggi negativi e il vento cambiato intorno all'ex Rottamatore

Il risultato delle urne è cosa nota: stravince il No, Renzi si dimette. E Marchionne? Cambia bandiera sostituendo un tempo verbale: “Io ero un sostenitore di Matteo Renzi e della continuità. Gestiamo anche questo” dice a gennaio, commentando l’arrivo del governo Gentiloni. Amore finito, iniziano le scaramucce, volano gli stracci e anche i piatti. Addirittura sui giornali si parla della possibilità di vedere candidato Marchionne con Berlusconi: onta massima, la fidanzata che si mette con l’amante. Marchionne smentisce, ma accusa il suo ex: “Credo che Renzi abbia perso qualcosa da quando non è più premier, ma è normale. Non so nemmeno se si ricandida, mi sembra che Berlusconi si ripresenti. Comunque Fca è totalmente filogovernativa, si allinea a tutti quelli che si presentano. Io vorrei qualcuno che gestisca il Paese e una tranquillità economica nel contesto in cui operiamo. Sono cose essenziali“. Parole pronunciate il 2 dicembre scorso ad Arese, nella conferenza stampa di presentazione del ritorno di Alfa Romeo in Formula 1. Il giorno dopo Renzi ufficializza la fine della loro storia: “Penso che sia normale che finché sei il premier le persone importanti siano con te, quando non lo sei no. Magari non è bello, ma è normale”. Si erano tanto amati, ora si dicono addio, con i giornali filorenziani che o non dedicano neanche un titolo alle dichiarazioni di Marchionne (il sito de La Stampa) oppure relegano la notizia a un misero occhiello (il sito de la Repubblica). È la fine di un’era: per Marchionne contano i sondaggi negativi e l’implosione di quell’idea di renzismo come nuova opportunità di centrosinistra unito e vincente. Per Renzi è un pessimo segnale per il futuro prossimo, nonché un insegnamento sul passato: esistono anche gli amori filogovernativi, come gli sponsor.