Dopo tre mesi di attesa, la Federazione italiana golf ha deciso di rispondere alle 10 domande del Fatto.it su costi, benefici e beneficiari della manifestazione che si dovrebbe tenere nel 2022. Per non rischiare di utilizzare la garanzia statale (obbligatoria), Chimenti e Montali devono far aumentare a dismisura gli iscritti, che però tra il 2014 e il 2015 (ultimi bilanci disponibili, nda) hanno subito una contrazione del 2%
“Ci saranno lavori complessivi per 11 milioni di euro: 3 milioni per il rinnovamento delle infrastrutture e del parco immobiliare (club house, arredamenti, ecc.) li pagherà la famiglia Biagiotti di tasca propria; il rifacimento e adeguamento del campo costerà 8 milioni di euro, per cui la proprietà accenderà un mutuo col Credito Sportivo. In cambio la Federazione pagherà ai proprietari con le risorse garantite dall’advisor un corrispettivo per alcuni servizi erogati nel prossimo decennio, fra cui l’ospitalità della Ryder 2022 e di due Open d’Italia, più varie attività collaterali”. Una partita di giro, perché la cifra corrisposta dalla Federazione dovrebbe coincidere grosso modo con gli 8 milioni del mutuo. La Biagiotti, insomma, si rifarà il campo di famiglia con i soldi di Infront. Non c’è un guadagno eccessivo per i privati? “Che possiamo farci, avevamo mani e piedi legati dal contratto. Non c’erano alternative”. Nel progetto presentato – precisa la Federazione – non sono comunque previste costruzioni ex novo, solo ristrutturazioni.
7bis – Non sarebbe stato meglio costruire un nuovo campo pubblico, aperto a tutti, dove far disputare anche le prossime edizioni dell’Open d’Italia?
“Ci abbiamo pensato, ma alla fine abbiamo optato per una struttura già esistente. Innanzitutto perché sarebbe costato molto di più: oltre 20 milioni di euro, secondo il preventivo. Ma la vera ragione è che non c’era la certezza di farcela entro il 2022: tra l’individuazione dell’area, l’acquisto dei terreni, i permessi e i lavori sei anni rischiavano di non essere abbastanza. Siamo pur sempre a Roma…”.