Capi di bestiame dispersi, morti e sotto stress. Che non producono più latte, non mangiano abbastanza o sono troppo deboli per affrontare la gestazione. Prima il sisma, poi la neve hanno messo in ginocchio gli allevatori del Centro Italia. “Stavolta è davvero dura", dicono. E parlano di aiuti inadeguati e soluzioni inefficaci calate dall'alto: "Non decidano a Roma, vengano qui e parlino con noi"
“No a decisioni prese in un ufficio di Roma. Vengano qui e parlino con noi” – Per questi allevatori sono due le richieste che risuonano più insistenti alle istituzioni. La prima la sintetizza bene Mario: “Fare in fretta, innanzitutto: perché se la situazione non migliora, lo scoramento avrà la meglio e la gente andrà via da queste terre già disagiate”. L’altra, invece, è Ercole a indicarla con maggiore efficacia: “Non accetteremo che la strategia per affrontare la nostra emergenza sia pianificata in un qualche ufficio di Roma da chi non conosce nulla di allevamento e non ha mai messo piede in queste terre. Vogliamo che vangano qui, che ci guardino negli occhi e ci stiano a sentire. Ma bisogna agire subito: domani è già tardi”.