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Cinema

Premi Oscar 2016, i vincitori: Leonardo DiCaprio miglior attore, Ennio Morricone trionfa con la colonna di The Hateful Eight (FOTO e VIDEO) - 6/6

L'87enne artista italiano ha ricevuto la standing ovation. Miglior film Il caso Spotlight, miglio regista ancora Alejandro Iñarritu. Premio all'interpretazione femminile per Brie Larson (Room). Premiati come migliori attori non protagonisti Alica Vikander per The Danish Girl e Mark Rylance. per Il ponte delle spie. Sei statuette per Mad Max: Fury Road. Miglior film straniero Il figlio di Saul, per l'animazione riconoscimento a Inside Out

Paradosso della notte degli Oscar: il film che ne ha vinti di più, cioè Mad Max: Fury Road che ne ha guadagnati sei (costumi, scenografia, trucco, montaggio, montaggio e mixaggio del suono), è anche quello che a metà serata si erano già tutti scordato. Povero George Miller. Un capolavoro il suo, insignito di premi più tecnici e di sfondo, anche se non è uscito dal novero dei film “politici”.

La costumista Jenny Beavan, vestita con un terrificante chiodo da biker, del resto il kitsch degli altri australiani della troupe di Mad Max non è stato da meno, ha ritirato l’Oscar dichiarando: “Questo film potrebbe essere profetico: se non siamo gentili con il prossimo e non smettiamo di inquinare l’atmosfera tutto quello che accade nel film potrebbe capitare a noi”.

La notte degli Oscar 2016 è filata via spedita senza mai un secondo in più di respiro o pausa, con un patetico e ridicolo continuo richiamo alla protesta #Oscarsowhite da parte del presentatore di colore Chris Rock. Abituato a fare il buffone, Rock ha raggiunto il top della sua totale inadeguatezza sull’argomento con battutine stucchevoli, tipiche del commediante che si inginocchia ai piedi del re, e che hanno avuto il loro apice quando ha fatto il paragone, ridendo e scherzando, con gli anni cinquanta/sessanta quando non c’erano candidati neri agli Oscar perché i neri “all’epoca avevano veri motivi per andare in piazza, visto che venivano violentati, ammazzati e impiccati agli alberi”. A rimettere la questione sui leciti binari della serietà ci ha pensato la presidente dell’Academy (anch’essa nera), Cheryl Boone Isaacs, quasi a cospargersi il capo di cenere e a scusarsi con Spike Lee e compagni di protesta: “Ognuno di noi deve aiutare a mettere in atto cambiamenti importanti nella nostra società. Ogni singolo membro dell’Academy e della comunità hollywoodiana ha un ruolo in questa trasformazione. Quando un cambiamento serve va preso insieme per un futuro di cui essere tutti orgogliosi”.

Infine non è rimasta a bocca asciutta la produzione de La Grande scommessa (Oscar sceneggiatura non originale). Oscar come miglior direttore della fotografia ad Emmanuel Lubezki per The Revenant, è il terzo consecutivo dopo Gravity e Birdman, record assoluto nella storia dell’Academy. Oscar a Inside Out come miglior film d’animazione e a Amy di Asif Kapadia come miglior documentario.