
In casa bianconera tutto cambierà di nuovo. Giuntoli, a cui erano stati dati pieni poteri, è già ai saluti. E Tudor cosa farà? Alla fine potrebbe clamorosamente restare in sella
Per descrivere la situazione di casa Juventus, le parola migliore è forse bilancio. Prima, quello del campo: Tudor, da quando è arrivato in bianconero, ha portato a casa 5 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta. Tanto gli è bastato per permettere alla squadra di centrare la qualificazione in Champions League e raddrizzare (leggermente) una stagione con ben altre aspettative. Ma se si scava un po’ di più, si vede che il bilancio di Tudor alla Lazio, in nove partite, è stato identico: 5 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta. Indicativo? Forse. Ma se i bianconeri avevano pensato a (per non dire trattato con) Conte per la prossima stagione, vuol dire che ritenevano in qualche modo questa la dimensione di Tudor. E volevano superarla.
All’altro bilancio si arriverà fra poco. Perché prima bisogna parlare anche di dietrofront. Uno è quello proprio di Tudor, che dopo le parole post Venezia sembrava non voler andare nemmeno al Mondiale per Club. Il giorno dopo ha ritrattato tutto, probabilmente su (saggio) consiglio del suo agente, Seric, che ha intuito come in realtà il percorso del suo assistito a Torino forse non era così alla fine come si riteneva. Perché l’altro dietrofront è stato quello di Conte: l’incontro di mercoledì con De Laurentiis ha sortito gli effetti sperati per il Napoli, con l’allenatore che resterà alla guida degli azzurri anche per la prossima stagione. E la Juve? Ora deve rivedere tutto. Ed è già in ritardo.
Ed eccolo, l’altro bilancio. Quello del calciomercato, che alla voce ‘saldo’ (fonte Transfermarkt) recita un pesantissimo -89 milioni di euro. Le spese dello scorso anno per rifondare la squadra sono state veramente importanti, anche a fronte di cessioni che hanno lasciato un po’ perplessi (vedi Huijsen). Ma il nuovo corso non è andato per niente come si sarebbe voluto. A distanza di 12 mesi tutto cambierà di nuovo: l’asset dirigenziale in primis. Quello tecnico? Forse.
La fase è abbastanza complicata da raccontare. Perché la proprietà (Elkann è sempre molto coinvolto, e lo sta dimostrando) ha deciso di portare avanti un rimpasto importante. Verranno dati più poteri a Chiellini, come noto, ma arriverà dalla Francia una figura capace di abbinare alle doti manageriali anche una grande attenzione verso l’area sportiva: si tratta di Damien Comolli, che ha rassegnato le dimissioni da presidente del Tolosa, e che ha un passato da direttore sportivo (anni fa piaceva molto al Milan di Cardinale, proprio per la capacità di scovare giocatori attraverso un uso sistematico dell’algoritmo). Ed è anche tutto pronto per il ritorno di Matteo Tognozzi, attuale ds del Granada ma fino a due anni fa capo scout proprio dei bianconeri. Due figure che arrivano, per una che va via: Giuntoli, a cui erano stati dati pieni poteri, è già ai saluti. Le sue scelte non hanno convinto: in due anni ha speso quasi 300 milioni di euro per i giocatori ma il progetto non è mai decollato. È solo questione di giorni, prima che arrivi l’annuncio della separazione definitiva.
Bisogna quindi ripartire. Il cambiamento prende atto dei mancati risultati sotto il piano economico e sportivo. Ma Tudor cosa farà? Il Mondiale per Club potrebbe essere decisivo: se non sfigurerà, in questo primo anno di rifondazione potrebbe clamorosamente restare in sella. Lui, che era stato chiamato apparentemente a tempo e che invece rimarrebbe perché gli incastri non sono andati come si voleva (l’altro nome, quello di Gasperini, è a un passo dalla Roma). Non un modo facile per partire, senza dubbio. La nuova Juve, al momento, ricomincerà senza l’allenatore che avrebbe voluto e con un board tutto nuovo che inevitabilmente dovrà prendere delle decisioni diverse rispetto a chi l’ha preceduto. La piazza aspetta, ma l’entusiasmo è tutto da ritrovare. Anzi, è anche calato.