
Il documento di finanza pubblica (Dfp, che fino all’anno scorso si chiamava Def, ndr) contiene stime condivisibili ma la situazione può anche, e solo, peggiorare. È la valutazione che l’Ufficio parlamentare di bilancio fa sul documento presentato mercoledì scorso dal governo in cui la previsione di crescita economica per quest’anno viene dimezzata allo 0,6% ma una sostanziale tenuta di debito e deficit.
Le previsioni “sono validate assumendo la piena e tempestiva realizzazione dei progetti del Pnrr e le ipotesi del Mef sul contesto internazionale”, afferma l’Upb, precisando che quest’ultimo “è tuttavia scosso da recentissimi eventi, che potrebbero avere un impatto significativo anche sull’economia italiana, al momento non ragionevolmente quantificabile. L’incertezza che caratterizza le previsioni è quindi straordinariamente elevata, i rischi sono nettamente orientati al ribasso”. Una forte incertezza che, va detto, è stata sottolineata pure dal ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti nella conferenza stampa che ha accompagnato l’approvazione del Dfp. “Sarei già un mago se azzeccassi il 2025″, ha sintetizzato Giorgetti.
L’Upb ha validato il quadro del documento “in quanto tale quadro per l’economia italiana è ricompreso in un intervallo accettabile relativamente alle principali variabili macroeconomiche in tutto l’arco previsivo” Nel dettaglio, le stime tendenziali del Dfp sulla variazione del Pil (0,6% nel 2025 e 0,8% nei tre anni successivi) “sono ricomprese tra l’estremo superiore delle stime del panel Upb e la mediana, dalla quale si discostano in misura contenuta”. Il quadro macroeconomico tendenziale, precisa la nota, è stato elaborato dal Mef, recependo i rilevi trasmessi dall’Upb il 26 marzo scorso su una precedente versione. L’intervallo delle valutazioni dell’Upb è definito sulla base di un esercizio previsivo che ha coinvolto, oltre allo stesso Upb, gli istituti (CER, Prometeia, Ref-Ricerche, Oxford Economics) che compongono il suo panel dei previsori.
Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare nel primo trimestre di quest’anno “la crescita del Pil rispetto al periodo precedente sarebbe stata di un quarto di punto percentuale, moderata ma superiore ai due trimestri precedenti”. “Si stima un lieve recupero diffuso ai maggiori settori, quindi anche per le costruzioni nonostante gli effetti dell’esaurimento degli incentivi statali”, aggiunge l’Upb che rileva pure una graduale ripresa dell’inflazione ed un export in sofferenza.