Politica

Da Montanari a Canfora, gli intellettuali querelati da Meloni e dai ministri: “Palesi intimidazioni”. Di Cesare: “Epurazioni, è censura come metodo”

Le querele di esponenti del governo Meloni contro alcuni intellettuali? “Vere e proprie intimidazioni, che vanno lette in un contesto di sistematico restringimento delle libertà“. A rivendicarlo il professor Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università per stranieri di Siena, intervenendo alla conferenza stampa alla Fnsi “Tutti hanno (ancora?) il diritto di manifestare il proprio pensiero”, organizzata insieme all’Anpi dopo le denunce presentate da parte della stessa premier Giorgia Meloni e da alcuni esponenti del suo esecutivo. A intervenire gli altri tre intellettuali denunciati, la filosofa Donatella Di Cesare, lo storico Davide Conti e Luciano Canfora. Quest’ultimo è stato querelato dalla presidente del Consiglio, per averla definita nell’aprile del 2022, durante un incontro con gli studenti del liceo scientifico Fermi di Bari, “una neonazista nell’animo”, con udienza prevista il prossimo 16 aprile. “Il filo che lega queste quattro denunce è quello di una strategia politica scelta da questo governo che tenta di spegnere le voci scomode. Vogliono criminalizzare ogni contestazione e divergenza. È inconcepibile trascinare in tribunale persone per questioni politico culturali sulle quali dovrebbe aprirsi, invece, un dibattito democratico”, ha spiegato Di Cesare, che è stata querelata dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per aver contestato le sue parole definite da “governatore neohitleriano” in merito alle note dichiarazioni sulla “sostituzione etnica” a proposito della questione dei migranti. Rinviata a giudizio, l’udienza in tribunale a Roma è in programma il prossimo 15 maggio.
“Dobbiamo svegliarci prima che sia troppo tardi”, ha spiegato Montanari, anche lui querelato dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. “Mi duole che persone attive nella loro professione di insegnanti vengano trascinate in tribunale”, ha aggiunto Luciano Canfora, secondo cui “voler tappare loro la bocca è ancora più grave perché si tratta di professionisti in costante contatto con i giovani”. E anche lo storico Davide Conti (querelato dalla sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti, ndr) ha invece sottolineato la questione “del fascismo e dell’antifascismo, ancora centrale nello spazio pubblico” e “quella della legittimità del conflitto nello spazio pubblico”. Per Montanari “con la riforma del premierato si vuole far saltare ogni forma di controllo democratico, a partire dalla presidenza della Repubblica”. Secondo lo storico dell’arte, “c’è un ribaltamento della nostra Costituzione e del costituzionalismo moderno”. Montanari ha spiegato anche di volersi “difendere nel processo e non dal processo: quest’ultima è una cultura che invece appartiene alla maggioranza di governo”.
“C’è un clima inquietante“, ha continuato il presidente nazionale dell’ANPI Gianfranco Pagliarulo, secondo cui servirà “fare del 25 aprile di quest’anno una grande giornata liberatoria”. E ancora: “Invito formalmente il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a difendere l’articolo 21 della Costituzione in Consiglio dei ministri e a denunciare l’intimidazione di fatto delle querele temerarie come una pratica non conforme alla enorme sproporzione di potere tra il querelante e il querelato, quando il querelante è la presidente del Consiglio, il ministro o il sottosegretario”.