Politica

Bari, è arrivata la commissione di accesso al Comune. Meloni: “Non c’è stata nessuna forzatura. Vergognose le accuse a Piantedosi”

A meno di una settimana dall’annuncio, è arrivata questa mattina al Comune di Bari la commissione di accesso nominata dal Viminale: la finalità è quella di valutare eventuali infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione ed, eventualmente, prevedere lo scioglimento del Comune per mafia. La commissione è composta dal prefetto in quiescenza Claudio Sammartino, dal viceprefetto Antonio Giannelli e dal maggiore dello Scico della Guardia di finanza Pio Giuseppe Stola. Intanto Giorgia Meloni difende la scelta delministro Piantedosi e assicura: “Non abbiamo fatto nessuna forzatura“. Mentre il viceministro Francesco Paolo Sisto sottolinea che “lo scioglimento non è nella nostra prospettiva, ma l’operazione verità sì e andremo fino in fondo”.

Mentre prosegue la polemica politica – dopo l’aneddoto raccontato dal governatore pugliese Michele Emiliano durante la manifestazione a sostegno del sindaco Antonio Decaro – arrivano anche le parole della presidente del Consiglio. “Penso che le accuse rivolte al ministro Piatendosi siano francamente vergognose“, ha detto Meloni affermando che il ministro dell’Interno ha “agito correttamente”. La premier ricorda che “l’accesso ispettivo non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento: è una verifica che va fatta”. “Ed è esattamente la stessa misura che sarebbe stata utilizzata nei confronti di qualsiasi altro comune”, sottolinea Meloni a margine dell’iniziativa di Campobasso per la firma con la Regione dell’Accordo sui fondi di coesione e sviluppo. “Le accuse di utilizzare politicamente queste misure le rinvio al mittente. Noi – ha aggiunto – non abbiamo fatto nessuna forzatura. Avremmo fatto una forzatura se non avessimo disposto un accesso ispettivo che sarebbe stato disposto nella stessa condizione per qualsiasi altro comune italiano”.

Intanto sempre lunedì i parlamentari pugliesi del centrodestra hanno tenuto una conferenza stampa nell’aula consiliare del Comune di Bari. Tra loro c’era anche il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, che ha puntato il dito contro Emiliano e Decaro: “Bari non è vostra, non è mafiosa. Giù le mani da Bari e dai baresi ve lo diciamo noi”, ha affermato Sisto. “Noi – ha aggiunto – siamo garantisti ma non dobbiamo voltare la testa dall’altra parte, perché la mafia vuole che noi siamo indifferenti”. “Noi – ha detto Sisto – combatteremo la mafia senza se e senza ma, in una città nella quale i vigili preferiscono la mafia alle istituzioni”. Sisto ha ricordato che lo scorso 23 marzo “c’è qualcuno che ha gridato che il re è nudo: è stato Michele Emiliano e lo ha detto rispetto a se stesso e a Decaro. I re finalmente sono nudi”. Il riferimento è al racconto fatto dal governatore sabato mattina durante la manifestazione di solidarietà a Decaro, quando a raccontato di avere accompagnato l’allora assessore al Traffico a casa della sorella del boss Capriati. Racconto poi parzialmente rettificato dallo stesso Emiliano e smentito in toto da Decaro. “Lo scioglimento non è nella nostra prospettiva, ma l’operazione verità sì e andremo fino in fondo”, ha concluso il viceministro della Giustizia.