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La giudice Apostolico testimoniò in favore del figlio accusato di resistenza agli agenti durante un corteo. Lega torna all’attacco: “È di parte”

Fu decisiva per scagionare il figlio, accusato di resistenza a pubblico ufficiale, la testimonianza del giudice Jolanda Apostolico, il magistrato siciliano finito nel mirino del ministro Matteo Salvini per non aver convalidato il trattenimento nel centro per richiedenti asilo di Pozzallo di migranti tunisini sbarcati a Lampedusa. Il vicepremier leghista per attaccare la magistrata ha pubblicato un video che dimostra la sua partecipazione nel 2018 a una manifestazione a Catania che contestava il trattenimento della nave Diciotti. Ora la circostanza inedita che emerge dagli archivi giudiziari padovani diventa l’occasione per altre reazioni polemiche della Lega: “Madre e figlio, bella famigliola”.

All’inizio dell’anno si è concluso il processo a carico di Francesco Moffa, 26 anni, figlio di Apostolico che il 29 marzo 2019 aveva partecipato nella città veneta a una contromanifestazione per contestare un corteo antiabortista di attivisti di Forza Nuova. Il giovane era stato ripreso in numerosi video girati dalle forze dell’ordine tra gli antagonisti dei centri sociali. Alcuni agenti erano rimasti feriti e Moffa era stato indagato non solo per resistenza, ma anche per violenza a pubblico ufficiale. In particolare l’accusa si riferiva a un pugno che avrebbe inferto contro uno scudo della formazione dei celerini. In totale gli imputati erano 14. Tredici di loro sono stati assolti.

Il processo si è svolto davanti al giudice monocratico del Tribunale di Padova che il 25 ottobre 2022 ha ascoltato come testimone Jolanda Apostolico, in qualità di madre dell’imputato. Il magistrato aveva riferito quanto il figlio le aveva raccontato. In particolare, lo stesso giorno della manifestazione, le aveva spiegato al telefono che la polizia aveva usato violenza contro i partecipanti. Inoltre, il figlio le aveva mostrato un video da cui risultava un ematoma a una gamba, causato da un colpo che aveva subito nello scontro con gli agenti. Inoltre nelle immagini c’erano anche i jeans imbrattati di sangue di un’amica di Moffa, che si era presa una manganellata. La testimonianza è stata ritenuta pienamente attendibile e la circostanza è stata riportata nelle motivazioni della sentenza emessa nel febbraio 2023 che ha assolto tredici manifestanti. Tra di loro c’era anche Maria Giachi, insegnante trentenne di matematica in una scuola padovana, denunciata (e poi assolta) per aver ingiuriato e sputato contro gli agenti.

Jolanda Apostolico, in servizio a Catania, è il primo giudice che non ha applicato il decreto del governo Meloni in materia di controllo dell’immigrazione clandestina, definendolo “illegittimo”. Contro di lei il ministro Salvini aveva mostrato un video girato in Sicilia nel 2018 durante una manifestazione per la nave Diciotti, in cui la Apostolico era in prima fila. Un modo per sostenere che il magistrato sarebbe stato animato da un pregiudizio ideologico, che si sarebbe poi riflesso nella decisione che ha sconfessato il decreto governativo.

Dopo la pubblicazione della notizia riguardante il figlio, la Lega è andata nuovamente all’attacco. Stefania Pucciarelli, capogruppo del Carroccio in commissione Esteri-Difesa del Senato, ha dichiarato: “Emerge che addirittura Jolanda Apostolico riuscì a far scagionare il figlio, dopo che quest’ultimo aggredì degli agenti di Polizia durante una manifestazione. Sulla condotta non equilibrata del magistrato Apostolico ormai esce quasi una notizia al giorno. Ancora un atteggiamento di parte e non imparziale. La domanda però sorge spontanea: come mai fu così solerte in quell’occasione, mentre a Catania manifestò insieme all’estrema sinistra che insultava Salvini e le Forze dell’Ordine e non si accorse di nulla?”. Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: “Le ulteriori notizie che si apprendono sulla magistrata Apostolico, comprese le testimonianze che avrebbe reso, rendono indifferibile una cessazione della sua attività. Dovrebbe essere lei stessa a proseguire la sua convinta militanza, palesemente incompatibile con la funzione che svolge in maniera più che criticabile, dimettendosi dall’ordine giudiziario. Dalla quale in caso diverso andrebbe allontanata con le procedure di legge, ma con la rapidità che fatti così gravi, imbarazzanti e documentati in modo incontestabile, rendono necessaria. Buon lavoro ministro Nordio. Buon lavoro Csm”.