Capitoli

  1. Roger Federer e Rafael Nadal, semplicemente indivisibili. Le sette sfide simbolo di una rivalità che non rivivremo mai più
  2. Il primo incrocio
  3. Il Foro Italico in estasi
  4. Il sogno (sfumato) del Grande Slam
  5. Roger entra nella leggenda
  6. La migliore partita di tutti i tempi
  7. Il trionfo di Rafa sul cemento
  8. La rinascita e le lacrime del Re
Sport

Il trionfo di Rafa sul cemento - 7/8

L’annuncio del ritiro di Roger Federer non è solo la fine di una carriera leggendaria, ma è anche la fine della più grande rivalità della storia del tennis. Un viaggio lungo 40 incontri (bilancio 24-16 per lo spagnolo), da raccontare attraverso sette sfide simbolo

Nadal – Federer 7-5 3-6 7-6 3-6 6-2, Australian Open 2009 (finale)
Otto mesi dopo Wimbledon. Questa volta però il terreno è inedito: l’Australian Open. Nadal è numero uno del mondo ma non è il favorito della vigilia. Colpa di una superficie tradizionalmente indigesta per lo spagnolo e di un Federer apparso in forma memorabile per tutto il torneo. In più Nadal è stato costretto a giocare una massacrante semifinale di 5 ore contro Fernando Verdasco.

Come spesso accade però il campo racconta fin da subito una storia differente. Federer spinge sull’acceleratore, ma Nadal ribatte colpo su colpo. Senza mollare di un metro. Andando a pescare energie dove non pensavo di averne più. Il tutto si traduce nel primo e nel terzo set. Ogni volta Federer reagisce e alza il livello. Si va ancora al quinto. Come a Wimbledon. E come ai Championships a cedere è ancora lo svizzero. Questa volta però nettamente: 6-2. Il suo diritto è lungo. Per Rafa è il primo Slam sul cemento. Per Roger è il momento più difficile della carriera. Quello della consapevolezza di non riuscire a trovare il modo di battere Nadal. Soprattutto in una finale Slam. È il momento delle lacrime e di un dolce quanto rispettoso abbraccio consolatorio di Rafa a Roger.