Capitoli

  1. Roger Federer e Rafael Nadal, semplicemente indivisibili. Le sette sfide simbolo di una rivalità che non rivivremo mai più
  2. Il primo incrocio
  3. Il Foro Italico in estasi
  4. Il sogno (sfumato) del Grande Slam
  5. Roger entra nella leggenda
  6. La migliore partita di tutti i tempi
  7. Il trionfo di Rafa sul cemento
  8. La rinascita e le lacrime del Re
Sport

La migliore partita di tutti i tempi - 6/8

L’annuncio del ritiro di Roger Federer non è solo la fine di una carriera leggendaria, ma è anche la fine della più grande rivalità della storia del tennis. Un viaggio lungo 40 incontri (bilancio 24-16 per lo spagnolo), da raccontare attraverso sette sfide simbolo

Nadal – Federer 6-4 6-4 6-7 6-7 9-7, Wimbledon 2008 (finale)
Uno spartiacque. Questo è il diritto che Federer affossa in rete alle 21.15 di domenica 6 luglio 2008. Una linea di demarcazione che spacca in due le carriere dello svizzero e di Nadal. Tutto contribuisce a rendere epica la terza finale di Wimbledon tra i due: le tre interruzioni per la pioggia, la conclusione con l’oscurità e le torce del pubblico, la rimonta di Federer da due set a zero, il tie-break del quarto set con due match point annullati a Nadal (uno dei quali con un incredibile passante lungolinea di rovescio). Sembra di rivedere BorgMcEnroe del 1980. Alla fine è molto meglio. È uno dei due apici (l’altro sono gli Australian Open 2017) della rivalità tra Federer e Nadal.

Quattro ore e 47 minuti di uno spettacolo mai visto su un campo da tennis. Nadal chiude gli occhi, si sdraia sull’erba del Center Court e li riapre come nuovo campione di Wimbledon. Come imminente nuovo numero uno della classifica (lo sarà ufficialmente solo un mese e mezzo dopo). È la fine di un dominio solitario e l’inizio di una oligarchia tennistica. Una finale durata fino alla fine del giorno ma che continuerà nella memoria come la migliore partita di tutti i tempi.