Capitoli

  1. Roger Federer e Rafael Nadal, semplicemente indivisibili. Le sette sfide simbolo di una rivalità che non rivivremo mai più
  2. Il primo incrocio
  3. Il Foro Italico in estasi
  4. Il sogno (sfumato) del Grande Slam
  5. Roger entra nella leggenda
  6. La migliore partita di tutti i tempi
  7. Il trionfo di Rafa sul cemento
  8. La rinascita e le lacrime del Re
Sport

Il primo incrocio - 2/8

L’annuncio del ritiro di Roger Federer non è solo la fine di una carriera leggendaria, ma è anche la fine della più grande rivalità della storia del tennis. Un viaggio lungo 40 incontri (bilancio 24-16 per lo spagnolo), da raccontare attraverso sette sfide simbolo

Nadal – Federer 6-3 6-3, Miami 2004 (terzo turno)
È il 28 marzo 2004. Il terzo turno del torneo di Miami. Sono passati quasi due mesi dal trionfo di Federer agli Australian Open. Il suo secondo Slam dopo Wimbledon 2003. Ma, soprattutto, sono passati quasi due mesi dalla conquista della posizione numero 1 della classifica. È indiscutibilmente il dominatore del circuito. Arriva in Florida dopo aver vinto anche Indian Wells. Per molti è inevitabile il successo anche a Miami. Chi può fermarlo? Non certo quel 17enne maiorchino appena salito al numero 34 del mondo. Sì, se ne dice un gran bene (l’anno prima, a 16 anni, aveva battuto l’ex numero 1 del mondo Carlos Moya) ma non c’è minimamente confronto tra i due.

Eppure quel giovane spagnolo dall’aspetto selvaggio, i muscoli sviluppati e la canotta smanicata si muove con una rapidità anomala sul rettangolo di gioco. Dritti mancini, recuperi prodigiosi in difesa, foga agonistica. Un mix di qualità che ha un effetto tremendo sul gioco e la psiche di Federer. Quasi di impotenza. È la prima volta che lo svizzero prova questa sensazione. Due break subiti nel primo set e uno nel secondo: 6-3 6-3. Roger Federer ha appena conosciuto Rafael Nadal.