Politica

Giorgetti allarga la spaccatura nella Lega: “Il green pass non limita la libertà, l’aumenta”. Letta: “Salvini si mette all’opposizione, il suo partito non lo segue”

Il ministro dello Sviluppo rafforza la linea pragmatica sul passaporto vaccinale trasformandola in un giudizio ampiamente positivo. Mentre il leader continua a rivendicare di essere riuscito a frenare il governo sull'obbligo vaccinale e a battere sul tasto dei "tamponi gratuiti o sottocosto"

Sempre più plastica la spaccatura nella Lega tra il leader Matteo Salvini, che non rinuncia alla battaglia (persa) contro il green pass, e il vicesegretario nonché ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti. Che, dall’inaugurazione del Micam-Mipel alla Fiera di Rho, assicura che con il Capitano va “d’amore e d’accordo” ma subito dopo rafforza la linea pragmatica sul passaporto vaccinale trasformandola in un giudizio ampiamente positivo: “Le decisioni difficili assunte dal governo, come l’obbligo del green pass sui luoghi di lavoro, sono volte non a limitare la libertà, ma ad aumentare la libertà e l’incontro. Abbiamo fatto queste misure per riaprire“. Così, dal fronte dem Enrico Letta ha buon gioco a far notare che “Salvini insegue la Meloni, si mette all’opposizione di fatto, il governo non lo segue e fa bene a non seguirlo con le scelte giuste che sta facendo sul green pass, che noi sosteniamo con determinazione. La Lega stessa non segue Salvini e credo che questo sia utile e importante per tutti noi”. E in serata il segretario, dalla festa dell’Unità di Lamezia Terme, rincara la dose: “Quante volte mi sono sentito dire: “guarda Salvini, vai da Draghi, batti i pugni anche tu”. Il Pd, lo dico con estremo orgoglio, è un partito responsabile. Sul green pass dicevano “Salvini ha dettato la linea”, invece è rimasto completamente all’angolo“, dice.

Salvini in effetti appare sempre più solo, visto che i governatori leghisti sono a favore del certificato e chi appoggiava la sua linea originaria è rimasto deluso. Eppure il leader continua a rivendicare di essere riuscito a frenare il governo sull’obbligo vaccinale e a battere sul tasto dei “tamponi gratuiti o sottocosto a bimbi, disabili, anziani, a chi non si può permettere di spendere centinaia di euro”. E non smette di esprimere dubbi sia sul green pass: “Sarà la storia a dire se serviva o no. Io aspetto e non commento” – sia sui vaccini stessi, sostenendo che “la misura più sicura è il tampone” e “il vaccino non rende immuni e immortali”. Per tacere della gaffe sul presunto ruolo del siero nel propiziare la diffusione delle varianti.

Giorgetti va per la sua strada e rimarca che “è fondamentale tornare a essere liberi, naturalmente con qualche regola da osservare. Questo è il motivo per cui il governo ha deciso che dobbiamo aprire tutto, ma rispettando ulteriori regole. L’alternativa era rischiare di tornare indietro a situazioni che non vorremmo più rivedere”. Insomma: per garantire la tenuta della ripresa economica, oltre che la ripartenza della vita sociale, non c’era alternativa. Il corto circuito con il leader è palese. Così come il disagio di Salvini, che ieri ha colto l’occasione di un incontro nella sede milanese di Federfarma per ammettere che “stare al governo con il Pd e i 5 Stelle è altro che andare in farmacia, altro che il Maalox“. E oggi durante un comizio a Bovolone ha ribadito: “Stare al governo con Pd e M5s, con Letta, Conte e Di Maio è mica facile. Quello vuole lo ius soli, la patrimoniale, il Ddl Zan. Hanno approvato una legge per farsi le canne a casa, come se la priorità fosse questo. Per noi la priorità è il lavoro, non la droga, lo ius soli o il Ddl Zan. Pensiamo per 30 secondi a un governo senza Lega, in un minuto approvano lo ius soli, il Ddl Zan. Già ora ci sono troppi sbarchi, figurarsi cosa succederebbe. Non darò mai la soddisfazione a Letta e Conte di massacrare l’Italia per due anni, qui siamo e qui restiamo, poi alcune volte vinciamo e altre volte perdiamo”.