Politica

Salvini dopo una settimana parla di Durigon e nega la realtà: “Non ha chiesto di cambiare il nome del parco, nella Lega nessun nostalgico”

Il leader della Lega nega che il sottosegretario abbia proposto di intitolare ad Arnaldo Mussolini il parco di Latina attualmente dedicato a Falcone e Borsellino (che Salvini non cita mai), eppure quella frase è stata pronunciata con lui presente sul palco. Il messaggio è chiaro, Durigon non si tocca: "E' bravissimo, è il papà di Quota cento"

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Matteo Salvini si schiera con Claudio Durigon. Dopo una settimana di silenzio, di fronte alle richieste di dimissioni arrivate dal centrosinistra e rilanciate sia da Giuseppe Conte che da Enrico Letta, il leader della Lega difende il sottosegretario alle Finanze. E lo fa negando le dichiarazioni fatte dallo stesso Durigon la sera del 4 agosto dal palco di Latina, proprio al fianco di Salvini, che era pronto a prendere la parola. L’esponente leghista aveva proposto di cambiare nome all’attuale parco Falcone e Borsellino, dedicato ai due giudici uccisi dalla mafia, per re-intitolarlo ad Arnaldo Mussolini, fratello del duce. Secondo Salvini, quelle parole sono state strumentalizzate: “Durigon aveva chiesto al sindaco di occuparsi di immondizia e non di cambiare i nomi ai parchi. Nessuna nostalgia del passato”, ha spiegato a Zona Bianca su Rete Quattro. Invece, nel corso del comizio elettorale, il sottosegretario aveva detto chiaramente che il parco “deve tornare a essere quel parco Arnaldo Mussolini che è sempre stato” (guarda il video). Salvini lo ha sentito con le sue orecchie, perché era a pochi metri di distanza e poco dopo avrebbe cominciato il suo comizio.

Eppure, nonostante fosse presente, Salvini per sette giorni è rimasto in silenzio, senza sentire il bisogno di smentire, precisare o prendere le distanze da quelle parole. Ora invece prova a minimizzare la questione, senza per altro mai citare i nomi di Falcone e Borsellino, i due magistrati anti-mafia a cui quel parco è stato intitolato nell’estate del 2017. “La sinistra chiede le dimissioni di chiunque un giorno sì e un giorno no – dice Salvini – Fascismo e comunismo sono stati sconfitti, nella Lega non c’è nessun nostalgico“. Ma soprattutto, il leader della Lega chiarisce che Durigon non si tocca: “E’ un bravissimo sottosegretario alle Finanze, è il papà di Quota cento”.

“Chi è di Latina sa di che vicenda si tratta: il parco era intitolato a Arnaldo Mussolini, non a Benito, e la sinistra poi gli ha cambiato il nome”, dice ancora Salvini su Rete Quattro, guardandosi bene dal precisare che nel frattempo quel parco è stato dedicato ai due giudici uccisi dalla mafia. Inoltre, Arnaldo Mussolini – fratello del duce e direttore amministrativo del Popolo d’Italia – non era affatto “il fratello buono”, anzi “era corrotto e liberticida, come ha spiegato a Il Fatto Quotidiano lo storico del fascismo Mauro Canali. Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone, il magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, dopo le parole usate da Durigon sul palco ha dichiarato: “Lasciano allibiti tanto da credere impossibile che siano state realmente pronunciate.

Per di più sono state pronunciate da un sottosegretario, un membro del governo. Il premier Mario Draghi per il momento tace, mentre Pd, Movimento 5 stelle e Liberi e uguali sono pronti a votare la mozione di censura già presentata dai deputati grillini a inizio maggio, all’indomani dell’inchiesta di Fanpage in cui il politico era ripreso mentre si vantava di “aver messo” ai vertici della Guardia di finanza il generale che indaga sui 49 milioni scomparsi della Lega. Subito dopo l’investitura a neo-presidente dei 5 stelle, l’ex premier Giuseppe Conte al Fatto ha definito “aberrante voler cancellare anni di lotta alla mafia e il sacrificio dei nostri uomini migliori, per giunta allo scopo di restaurare il ricordo del regime littorio“, chiedendo che Durigon “dismetta immediatamente l’incarico di sottosegretario di Stato” (così come ha chiesto anche il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo). Il giorno dopo, sempre al nostro giornale, il segretario Pd Enrico Letta ha dichiarato che le frasi del leghista “infangano in un colpo solo l’antifascismo e la memoria di due eroi civili come Falcone e Borsellino”, giudicandole “incompatibili con la sua permanenza nell’esecutivo”.

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