Capitoli

  1. L’urlo di Tardelli, l’esultanza di Pertini, il rigore di Grosso, lo sguardo fisso di Baggio: lo sbloccaricordi, ovvero le finali dell’Italia in una foto
  2. Schiavio sviene
  3. I cuscini scarlatti degli italiani
  4. La punizione di Domenghini
  5. Pelé e le leggi della gravità
  6. La partita a scopone
  7. Il bacio al palo di Pagliuca
  8. Il doppio errore di Del Piero
  9. Il plesso solare di Materazzi
  10. Le forcine per capelli di Buffon
Calcio

La punizione di Domenghini - 4/10

Mondiali ed Europei: nove immagini per nove sfide decisive, le foto entrate nella storia dello sport e del Paese. Ricordi dolcissimi e delusione amare: il riflesso pavloviano nei fotogrammi cult

Europei del 1968, 8 giugno, Stato Olimpico, Roma
Italia – Jugoslavia 1-1 (L’Italia vincerà 2-0 nella gara di ripetizione)

Angelo Domenghini sistema il pallone sul cerchio esterno dell’area di rigore e inizia a camminare all’indietro. Prova in tutti i modi a restare calmo. Anche se davanti a lui i difensori della Jugoslavia continuano a lamentarsi. Dicono che il contatto fra Lodetti e Pavlović non era stato falloso. E che quella punizione era troppi generosa. A dici minuti dalla fine l’Italia è con l’acqua alla gola. È sotto di un gol. E sta giocando anche male. La Jugoslavia è avanti meritatamente. Più che un colpo di classe gli azzurri avrebbero bisogno di un miracolo. Che arriva davvero. Quando l’arbitro svizzero Gottfried Dienst soffia nel fischietto Domenghini inizia a correre. Il piede sinistro davanti al destro. E poi un passo, due passi, tre passi, quattro passi. Fino a quando il cuoio del pallone non si deforma contro la sua scarpetta nera. La sfera rotola via veloce contro la barriera Jugoslavia. E riesce a trovare l’unica crepa che si è aperta nel muro avversario. Ilija Pantelić non si tuffa neanche. Si limita a indicare con la mano destra i compagni che si sono disuniti. L’1-1 regge anche ai supplementari. Bisogna rigiocare la partita. Due giorni più tardi le due squadre si affrontano ancora a Roma. Valcareggi pesca a mani piene dalla panchina: Rosato per Ferrini, Salvadore per Castano, Mazzola per Juliano, De Sisti per Lodetti e Riva per Prati. E avrà ragione. Le reti di Riva e Anastasi regalano all’Italia l’unico trofeo continentale della sua storia. Finora.