Capitoli

  1. L’urlo di Tardelli, l’esultanza di Pertini, il rigore di Grosso, lo sguardo fisso di Baggio: lo sbloccaricordi, ovvero le finali dell’Italia in una foto
  2. Schiavio sviene
  3. I cuscini scarlatti degli italiani
  4. La punizione di Domenghini
  5. Pelé e le leggi della gravità
  6. La partita a scopone
  7. Il bacio al palo di Pagliuca
  8. Il doppio errore di Del Piero
  9. Il plesso solare di Materazzi
  10. Le forcine per capelli di Buffon
Calcio

I cuscini scarlatti degli italiani - 3/10

Mondiali ed Europei: nove immagini per nove sfide decisive, le foto entrate nella storia dello sport e del Paese. Ricordi dolcissimi e delusione amare: il riflesso pavloviano nei fotogrammi cult

Mondiali del 1938, 19 giugno, Stadio Yves du Manoir, Colombes, Francia.
Italia – Ungheria 4-2

A volte basta un colore per raccontare una vittoria. Sono le 19.52 del 19 giugno 1938 quando centinaia di cuscini scarlatti vengono lanciati verso il cielo di Colombes, a una decina di chilometri da Parigi. L’Italia ha appena vinto il suo secondo Mondiale. E i suoi tifosi non hanno trovato un modo migliore per esprimere il loro entusiasmo. La voce di Niccolò Carosio filtra dalle radio e racconta una partita mai in bilico. L’Ungheria è una squadra impressionante. L’Italia lo è di più. L’incertezza dura appena 6’. Poi Colaussi calcia al volo su cross di Biavati. Gol. Due minuti più tardi Titkos raccoglie un pallone in area e calcia da un paio di metri prima dell’area piccola. Gol. Il pareggio è un’illusione. Colaussi segna un’altra rete. Piola ne aggiunge altre due. L’Italia è soverchiante, riempie gli occhi, accelera il battito. Poco dopo capitan Meazza riceve la Coppa dal presidente della Repubblica Francese Albert Lebrun. E agli azzurri riesce un altro piccolo miracolo: trasformare i fischi dei dissidenti antifascisti in timidi applausi. Qualche settimana dopo arriva un telegramma nella sede della Federazione. È firmato proprio dagli sconfitti: “Quali vostri avversari, e per quanto assai ci dolga di non esserci classificati al primo posto, dobbiamo riconoscere che la vittoria è stata guadagnata lealmente ed è stata bene meritata”.