Incipit: “Era una di quelle persone destinate ad assomigliare, sempre di più con l’andare del tempo, al proprio nome. Fenomeno inspiegabile ma non così raro. Rocco Carbone suona, in effetti, come una perizia geologica”.
Tre domande a Emanuele Trevi.
Che significato ha per lei Due Vite?
“Per me il significato di un libro è sempre relativo al periodo della vita in cui l’ho scritto, quindi non è una cosa evidente, nel senso che non ha nessun interesse per i lettori. Direi che è il primo libro che ho scritto con la netta sensazione che sto iniziando a invecchiare”.
Perché scrive?
“È una cosa che mi domando sempre, in effetti: perché scrivo? lo rivelerei volentieri al «Fatto» ma non l’ho mai capito!”
Chi vince lo Strega 2021?
“Sinceramente, avendo perso per due voti un’altra volta che ho fatto la gara, so per esperienza che con il premio strega nessuno può dire gatto prima di averlo messo nel sacco. con altrettanta sincerità, aggiungo che questa volta tutti e cinque meritiamo di vincere, è stata proprio una cinquina eccellente e anche tra i dodici semi-finalisti c’erano molti libri buonissimi”.
Trevi è romano, ha 56 anni, è figlio di un noto psicoanalista junghiano, ed è stato sposato con la scrittrice Chiara Gamberale dal 2009 al 2011. In un saggio di Andrea Rondini si legge: “Nello scrittore Emanuele Trevi è possibile rinvenire una teoria iniziatica della letteratura. Essa concepisce il testo letterario sia come vettore di trasformazione per il fruitore sia come depositario dell’originaria cultura iniziatica, accesso alle verità nascoste dell’esistenza. Il testo appare come uno degli ultimi, se non l’ultimo, contenitore di questa sapienza primordiale: centrale nelle società e nelle religioni antiche, oggi tale grande codice appare sostanzialmente perduto”.