Incipit: “La prima casa ha tre stanze da letto, un soggiorno, una cucina e un bagno. La stanza da letto dove dorme il bambino, che per convenzione chiameremo Io, è in realtà uno sgabuzzino con una brandina. È un po’ umido, come del resto tutta la casa”.
Tre domande ad Andrea Bajani
Che significato ha Il libro delle case per lei?
E’ il libro con cui ho capito quanto è importante tacere, e starsene in disparte per anni, nel silenzio, per dare il tempo alla letteratura di fermentare. Per anni, prima, avevo scritto molto, nei libri e sui giornali, girato molto, presentato molto. E poi ho capito che c’era un ‘professionismo’ dell’essere scrittori con cui non mi sentivo più a mio agio, perché era quanto di più lontano dalla ragione intima per cui scrivevo. E così mi sono ritirato, anche geograficamente, e per molti anni ho coltivato questo libro nel silenzio, e persino senza il pensiero della pubblicazione, come si scrive a diciassette anni, per pura necessità e nell’assoluta libertà. Questo significa per me, ed è anche quello che ho imparato dalla poesia, ed è la via che voglio continuare a battere.
Perché scrive?
Per vivere di più.
Chi vince il premio Strega 2021?
Non lo so.
Bajani è nato a Roma 45 anni fa ed è uno scrittore e poeta affermato da almeno un ventennio. Tradotto in molte lingue, autore anche di testi teatrali (18mila giorni, Il pitone) ma anche mai realmente apprezzato quanto meritano i talenti letterari autentici. Prima candidatura allo Strega.