Elezioni USA 2020 - Le notizie

Trump-Biden, “nei dibattiti microfono chiuso se interrompono”. Repubblicani contro il tycoon sui suprematisti

Visto il caos del primo duello tv, la Commissione sui dibattiti presidenziali sta studiando modifiche al format per i prossimi appuntamenti del 15 e 22 ottobre. Intanto anche il capo dei senatori repubblicani prende le distanze dalle dichiarazioni del presidente sui "Proud boys"

Così com’è non funziona. Il primo dibattito tra Donald Trump e Joe Biden è stato una successione di interruzioni e insulti, bollato come “vergogna nazionale” dalla stampa americana e da molti commentatori. Per questo il format va cambiato: a studiare le nuove modalità con cui dovrebbero svolgersi i successivi confronti tv del 15 e del 22 ottobre è la Commissione sui dibattiti presidenziali, che è intenzionata ad apportare modifiche in vista dei prossimi appuntamenti, visto il caos che si è generato tra i due candidati per garantire “una discussione più ordinata delle questioni“.

Tra le modifiche anche la chiusura del microfono nel momento in uno dei due sfidanti tenti di interrompere l’altro o il moderatore. I piani non sono ancora stati finalizzati ma la commissione passerà le prossime 48 ore a mettere a punto le nuove linee guida e le regole per il prossimo dibattito. Intanto, come Cnn e Cbs, anche per il sondaggio di YouGov condotto per conto dell’Economist il candidato democratico appare in testa di otto punti. Biden ottiene infatti il 50% dei consensi, contro il 42% di Trump. Per il sito specializzato RealClearPolitics, che calcola la media dei principali sondaggi, Biden a poco più di un mese dal voto risale con un vantaggio di 6,6 punti sul presidente in carica.

Il nodo suprematisti – Intanto i repubblicani prendono le distanze dalle dichiarazioni fatte dal presidente rispetto al gruppo suprematista bianco “Proud boys”. Rivolgendosi a loro, durante il dibattito, ha detto: “Proud Boys, state indietro e state a guardare. Ma vi dirò anche che qualcuno deve fare qualcosa contro l’antifa e la sinistra, perché questo non è un problema di destra. Questo è un problema di sinistra”. Parole che sono suonate come una chiamata alle armi, non come una condanna alla violenza.

Il leader della maggioranza Gop al Senato Mitch McConnell e il senatore Lindsey O. Graham si sono uniti alle critiche rivolte dal collega repubblicano Tim Scott. “Era inaccettabile non condannare i suprematisti bianchi”, ha affermato McConnell, citato dal Washington Post, “e così faccio anche io nel modo più forte possibile”. “Sono d’accordo con la dichiarazione di Scott sul fatto che il presidente Trump abbia bisogno di chiarire che Proud Boys è un’organizzazione razzista antitetica agli ideali americani”, ha twittato Graham che ha poi espresso apprezzamento per la designazione del Kkk e di Antifa come “organizzazioni terroristiche nazionali” da parte del tycoon. “Se lo meritano”, ha sottolineato Graham. Per parte sua, Trump ha poi negato di sapere chi fossero i Proud Boys. “Posso solo dire che devono stare indietro e far fare alle autorità il loro lavoro. Le autorità faranno il loro lavoro sempre di più. Di nuovo – ha insistito il presidente americano – non so chi siano i Proud Boys. Chiunque siano, devono stare indietro e lasciare le autorità fare il loro lavoro”.