Scienza

Coronavirus, vaccino di Oxford. Il presidente della Irbm: “Due milioni di dosi entro la fine dell’anno”

I test cliniciriprendono oggi. Il via libera al proseguimento della sperimentazione in Gran Bretagna è stato annunciato dalla stessa AstraZeneca dopo la sospensione precauzionale scattata tra l’8 e il 9 settembre scorsi in seguito all’insorgenza di un’infiammazione spinale in un partecipante

Passata la grande paura per lo stop della sperimentazione del vaccino Oxford/AstraZeneca/Irbm si guarda avanti. Entro l’anno avremo 2 milioni di dosi di vaccino anti Covid-19 dice il presidente dell’Irbm di Pomezia Piero Di Lorenzo in un’intervista su La Stampa, facendo presente – a proposito dello stop sulla sperimentazione – che “non abbiamo fatto neppure in tempo a fermarci: tutto si è risolto in 24 ore con la commissione scientifica indipendente che ha stabilito che la reazione non dipendeva dal vaccino”; nei 50mila volontari su cui è in corso la sperimentazione non si sono registrate fino a oggi reazioni avverse: “Se nella fase 1 e 2 si vaccinano soggetti sani, nella fase 3 si reclutano anche persone con patologie a volte severe quindi è assolutamente fisiologico che si registrino criticità”.

Quali sono ora i tempi? “Come ha detto il presidente di AstraZeneca Pascal Soriot si può tranquillamente arrivare a distribuzione entro fine anno se non si verificano altri eventi. L’ipotesi novembre è tuttora in campo, incrociando le dita, aspettiamo con cauto ottimismo”. I risultati della sperimentazione del vaccino sono “una forte risposta immunitaria e una produzione importante di linfociti, esattamente quello che un vaccino deve fare. Un risultato anche migliore delle nostre aspettative”.
“L’Europa ha ordinato 300 milioni di dosi e opzionato 100 milioni, che dovranno essere distribuite entro giugno 2021 – osserva – l’Italia ne ha ordinate 70 milioni. Di questi i primi 2-3 milioni arriveranno entro fine anno”; costerà “due euro e mezzo a fiala, il prezzo industriale all’osso”.

I test clinici del candidato vaccino riprendono oggi. Il via libera al proseguimento della sperimentazione in Gran Bretagna è stato annunciato dalla stessa AstraZeneca. Un annuncio atteso dopo lo scalpore provocato dalla sospensione precauzionale scattata tra l’8 e il 9 settembre scorsi in seguito all’insorgenza di un’infiammazione spinale in un partecipante. “Il fatto che la commissione scientifica indipendente si sia pronunciata nel giro di 24 ore significa che era evidente e certo che non vi è connessione tra il candidato vaccino Oxford-AstraZeneca e la reazione sospetta verificatasi in un volontario” aveva detto Di Lorenzo. Una interruzione, aveva affermato lo scorso giovedì il dg del gruppo AsrtraZeneca, Pascal Soriot, “non anomala”, avanzando anche la possibilità di avere ancora il vaccino prima della fine dell’anno.

“La ripresa della sperimentazione del vaccino Astrazeneca è una buona notizia. Ma serve ancora tanta prudenza. La scienza è al lavoro per dare al mondo cure e vaccini efficaci e sicuri. Nel frattempo la vera chiave continuano ad essere i comportamenti di ciascuno di noi”. Il vaccino sviluppato da AstraZeneca e dalla British University of Oxford è uno dei progetti occidentali più avanzati. Tra i Paesi che hanno dato l’ok alla sperimentazione di fase 3, l’ultima, per verificarne sicurezza ed efficacia, oltre a Regno Unito, Brasile e India, anche Sud Africa e Stati Uniti. Per il vaccino Oxford la Commissione Ue ha firmato un contratto che consente ai Paesi membri di comprare 300 milioni di dosi con l’opzione di altre 100. A livello mondiale, gli ultimi dati Oms parlano di 35 “vaccini candidati” valutati in studi clinici su esseri umani in tutto il mondo. Nove sono già all’ultimo stadio o si stanno preparando per entrarvi. L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) stima “che potrebbe essere necessario almeno fino all’inizio del 2021 affinché un vaccino contro il Covid-19 sia pronto per l’approvazione e disponibile in quantità sufficienti” per l’uso globale.