Scuola

Contagio a scuola, attesa per le linee guida. Ipotesi test rapidi per alunni con sintomi. Sileri: “Se positivi, chiusure temporanee”

L'Iss è al lavoro su un documento che contiene le indicazioni per la gestione del Covid negli istituti. In caso di studenti con sintomi, si lavora a un piano di tamponi analogo a quello in vigore negli aeroporti. Didattica a distanza per le classi in quarantena. Il viceministro a SkyTg24: "Ci aspettiamo un aumento del numero dei contagi e dei focolai, però con il virus dobbiamo convivere". Previsto un incontro tra dirigenti, ministra e Arcuri sui banchi monoposto

La data da segnare sul calendario è domani, mercoledì 19 agosto, quando il Comitato tecnico scientifico si riunirà per ultimare le linee guida sulla riapertura della scuola. I nodi ancora rimasti aperti sono due: da un lato la deroga al distanziamento sociale in caso di aule troppo piccole (a patto di indossare la mascherina), dall’altro il protocollo da seguire in caso di contagio tra i banchi. Un argomento su cui oggi è dovuto intervenire anche il ministero, per placare le ansie dei genitori allarmati dalle fake news incontrollate che girano sul web. Quello che si sa finora è che “la presenza di un caso confermato necessiterà l’attivazione da parte della scuola di un monitoraggio attento” da avviare con le Asl locali al fine di contenere eventuali focolai. Ma ad aggiungere un nuovo elemento è stato il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, intervistato a SkyTg24: “Se in una classe qualcuno dovesse risultare positivo al coronavirus, dovranno essere fatti i controlli a tutti. Potrebbe scattare una chiusura temporanea, ma poi la scuola riapre“.

I parametri in base ai quali scatterà questa misura sono ancora tutti da chiarire. Il protocollo di sicurezza per l’avvio del nuovo anno scolastico è stato siglato lo scorso 6 agosto, ma l’Istituto superiore di sanità sta lavorando alle ultime modifiche, in accordo con sindacati e Miur. E il testo, stando a quanto emerso nelle ultime ore, sarebbe quasi pronto. Una delle ipotesi attualmente al vaglio del ministero della Salute è anche quella di effettuare tamponi immediati in caso di alunni con sintomi. Un modo per bloccare sul nascere la diffusione del virus – magari limitandola solo a una classe – ed evitare di arrivare alla decisione più drastica, cioè quella di chiudere l’intero istituto. Si tratterebbe, riferisce l’Ansa, di un sistema di esami simile a quello che viene attuato in questi giorni (nonostante i ritardi) negli aeroporti con chi torna da Paesi considerati a rischio, come Croazia, Malta, Grecia e Spagna. Un modo per tranquillizzare non solo i genitori e i docenti, ma anche i dirigenti scolastici.

Solo ieri, infatti, l’Associazione nazionale presidi ha avanzato delle proposte su come gestire l’eventuale insorgenza di sintomi nei ragazzi mentre sono a scuola. Ad esempio la predisposizione di un “locale interno ad ogni istituto scolastico per l’accoglienza degli eventuali casi sintomatici di coronavirus o sospetti”. Un modo per arginare la diffusione del virus e garantire la sicurezza degli ambienti, in attesa che i genitori degli alunni con febbre o tosse arrivino a scuola per riportarli a casa (e non “prelevati” dai medici, come sostenuto da alcuni utenti sui social). L’idea sembra essere stata recepita dalle nuove linee guida degli scienziati. Come riporta l’Ansa, se uno studente, un professore o una persona che lavora nella scuola avrà febbre che supera il 37 e mezzo o sintomi compatibili, infatti, sarà portato nella “sala Covid”: cioè un’aula ad hoc che dovrà essere predisposta da ogni preside. Poi dovrà fare ritorno il prima possibile a casa e dovranno essere attivati i necessari protocolli sanitari per la sicurezza di tutti (cioè il tampone e l’elenco delle persone con cui è entrato in contatto a scuola nei giorni precedenti). In caso di un’intera classe in quarantena, poi, scatta la didattica a distanza. Secondo il presidente dell’Anp Antonello Giannelli, però, è fondamentale che si valuti “la chiusura dell’istituto solo di concerto con l’autorità sanitaria, cioè la Asl”, in base alle circostanze specifiche del caso. “Non ci possono essere regole generali né ci si può affidare esclusivamente a parametri numerici“.

Su questo ancora non è arrivata alcuna anticipazione. L’unico punto fermo del governo, ribadito anche dal viceministro Sileri nel corso dell’intervista a Sky, è che “le scuole devono ripartire”. “Ci aspettiamo un aumento del numero dei contagi e dei focolai”, ha aggiunto, “però con il virus dobbiamo convivere“. Il senatore pentastellato ha poi commentato un’altra proposta avanzata dai presidi, cioè la revisione della responsabilità penale dei dirigenti in caso di contagio del personale (dal momento che il Covid è equiparato a un incidente sul lavoro). “Per quanto riguarda la responsabilità legale dei presidi a mio parere ci dovranno essere degli sgravi“, ha spiegato. “Va fatta una discussione da cui emerga qualcosa di chiaro”. Un punto di caduta, come emerso nelle ultime ore, potrebbe essere quello di individuare in ogni scuola un “referente per il Covid“, responsabile di tutti i protocolli da seguire in caso di contagio, in modo tale da non far ricadere tutta la responsabilità sui dirigenti scolastici.

Sullo sfondo dei lavori per il nuovo anno scolastico resta lo spettro dell’aumento dei contagi, come confermato dal bollettino delle ultime ore. Una delle ipotesi è che la ripartenza possa avvenire in modo differenziato sul territorio a seconda dell’andamento dell’indice Rt: due settimane prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, il 29 agosto, infatti, il Comitato tecnico scientifico si riunirà per analizzare gli indici epidemiologici con un bilancio regione per regione sulla curva dei contagi. E a quel punto si potrà valutare se in alcune specifiche zone sarà necessario continuare con la didattica a distanza. Più vicina, invece, la fine delle polemiche sui banchi monoposto, duramente criticati dalle opposizioni e dalle associazioni dei produttori. Archiviato lo scontro di ieri tra i presidi e il commissario all’emergenza Arcuri, artefice del bando europeo da cui sono uscite vincitrici 11 aziende, per domani è prevista una riunione a cui saranno presenti proprio Arcuri, la ministra Azzolina e il presidente dell’Anp Giannelli. La riunione avrà come oggetto criteri e priorità per l’assegnazione degli arredi. “Prendo atto con soddisfazione che la problematica, da noi sottolineata negli ultimi giorni, relativa alla consegna e alla distribuzione dei banchi sarà affrontata e, spero, chiarita domani. Noi come sempre siamo a disposizione, pronti a dare il nostro concreto contributo nel superiore interesse della scuola e di chi la scuola la vive tutti i giorni”, ha fatto sapere Giannelli.