Capitoli

  1. Consip, dagli scoop del Fatto Quotidiano ai rinvii a giudizio: ecco la storia dell’inchiesta
  2. Indagati eccellenti
  3. Il Giglio magico e gli amici del babbo
  4. I pizzini di Romeo, gli sms 'pugliesi' di Lotti
  5. Roma-Napoli, procure contro (ma non si può dire)
  6. Il Noe dei carabinieri nella bufera
  7. "Babbo, devi dire la verità, non come in passato"
  8. Le accuse alla Procura di Napoli
  9. L'intoccabile babbo
  10. Il caso Woodcock si apre e si chiude
  11. Non credibile, ma non processabile
  12. "Non archiviate Tiziano"
Giustizia & Impunità

I pizzini di Romeo, gli sms 'pugliesi' di Lotti - 4/12

Gli scoop del Fatto pochi giorni prima del Natale 2016; da allora tre anni di indagini, tentativi di delegittimarle, presunti complotti e un'unica verità giudiziaria: la fine della vicenda la scriverà un processo

24 febbraio 2017 – I messaggi di Lotti a Michele Emiliano
Il governatore della Puglia Michele Emiliano potrebbe essere sentito prossimamente in qualità di testimone dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta Consip. Il governatore pugliese sarà ascoltato sugli sms, dei quali parla oggi il Fatto Quotidiano, ricevuti da Luca Lotti e da Tiziano Renzi, riguardanti un presunto sostegno
all’imprenditore toscano Carlo Russo, amico di Tiziano Renzi. Secondo quanto riportato dal Fatto, alcune intercettazioni risalenti all’estate del 2016, rivelano dei presunti affari immobiliari che Tiziano Renzi e Alfredo Romeo avrebbero voluto fare in Puglia. Affari a cui sarebbe interessato anche Carlo Russo, amico di Tiziano Renzi, che negli sms per accreditarsi si dichiara in rapporti con Michele Emiliano.

1 marzo 2017 – Le accuse a Tiziano Renzi e Carlo Russo, i pizzini scoperti dal Noe
Carabinieri e finanziari hanno perquisito su disposizione dei pm di Roma, l’abitazione di Russo a Scandicci, in provincia di Firenze. Nel decreto di perquisizione viene sintetizzata dai magistrati l’ipotesi accusatoria: Russo e Tiziano Renzi, “sfruttando le relazioni esistenti tra Tiziano Renzi e Luigi Marroni”, ad di Consip, “si facevano promettere indebitamente” “da Alfredo Romeo”, “che agiva previo concerto con Italo Bocchino, suo consulente, utilità a contenuto economico, consistenti nell’erogazione di somme di denaro mensili, come compenso per la loro mediazione verso Marroni, in relazione allo svolgimento di gare. Russo, Romeo, Tiziano Renzi e Bocchino – si legge nel decreto – sono indagati in concorso per traffico di influenze. A provare i pagamenti, secondo gli inquirenti, i carabinieri del Noe e la Gdf, anche un ‘pizzino’ scritto da Romeo e trovato nella spazzatura. È stato il dirigente Consip Gasparri a raccontare che l’imprenditore era solito usare questa accortezza, convinto com’era di essere intercettato. Le circostanze e i nomi più delicati non li diceva al suo interlocutore, ma li scriveva su dei foglietti che poi stracciava e buttava: i carabinieri li hanno recuperati in discarica e ricomposti. In questo modo hanno trovato traccia di pagamenti e iniziali dei nomi dei possibili destinatari delle mazzette.

1 marzo 2017 – Bocchino e Romeo, le loro posizioni
Oltre a Tiziano Renzi e Russo, con l’accusa di concorso in traffico di influenze, sono indagati anche lo stesso Romeo e Italo Bocchino. Secondo i pm, Romeo in concerto con l’ex parlamentare, si sarebbe “accordato con Carlo Russo (a fronte di ingenti somme di denaro promesse) … affinché questi” – si legge nel decreto di perquisizione – utilizzando le sue personali relazioni e quelle di Tiziano Renzi, “interferisse indebitamente sui pubblici ufficiali presso la Consip al fine di agevolare la società di cui Romeo è dominus”. Russo, in particolare avrebbe agito “utilizzando le proprie relazioni (di cui vi è prova diretta) e le relazioni di Tiziano Renzi (con il quale lo stesso Russo afferma di aver agito di concerto e al quale parimenti, da un appunto vergato dallo stesso Romeo, appare essere destinata parte della somma promessa)”.