Capitoli

  1. Consip, dagli scoop del Fatto Quotidiano ai rinvii a giudizio: ecco la storia dell’inchiesta
  2. Indagati eccellenti
  3. Il Giglio magico e gli amici del babbo
  4. I pizzini di Romeo, gli sms 'pugliesi' di Lotti
  5. Roma-Napoli, procure contro (ma non si può dire)
  6. Il Noe dei carabinieri nella bufera
  7. "Babbo, devi dire la verità, non come in passato"
  8. Le accuse alla Procura di Napoli
  9. L'intoccabile babbo
  10. Il caso Woodcock si apre e si chiude
  11. Non credibile, ma non processabile
  12. "Non archiviate Tiziano"
Giustizia & Impunità

Le accuse alla Procura di Napoli - 8/12

Gli scoop del Fatto pochi giorni prima del Natale 2016; da allora tre anni di indagini, tentativi di delegittimarle, presunti complotti e un'unica verità giudiziaria: la fine della vicenda la scriverà un processo

7 giugno 2017 – Il coinvolgimento del colonnello Sessa (Noe)
Dopo l’iscrizione del capitano Gianpaolo Scafarto, la Procura di Roma contesta il reato di depistaggio nei confronti del numero due del Nucleo operativo ecologico, Alessandro Sessa, che oggi è stato ascoltato per quasi due ore dal procuratore capo Giuseppe Pignatone. Al colonnello, sentito già come testimone ad inizio maggio in relazione all’attività svolta dal suo diretto sottoposto Scafarto e sulla fuga di notizie, i pm di piazzale Clodio contestano di non aver detto la verità proprio durante
quella audizione. Sessa, in particolare, avrebbe affermato di avere riferito al comandante del Noe, Sergio Pascale, dopo il 6 novembre (dopo che alcuni organi di stampa avevano parlato delle preoccupazioni di Tiziano Renzi per una indagine che lo riguardava) dell’esistenza di una inchiesta sui vertici Consip e relative intercettazioni
come riferitogli da Scafarto. Per i magistrati le cose non stanno così e oggi hanno contestato a Sessa, mostrandogli anche una serie di messaggi WhatsApp, che aveva informato il suo capo dell’inchiesta nel giugno del 2016.

19 giugno 2019 – Indagato presidente Consip Ferrara
Non ha convinto i pm di Roma la versione fornita dal presidente dimissionario di Consip, Luigi Ferrara, ora indagato nel filone sulla fuga di notizie dell’indagine avviata a Napoli sui vertici della centrale di acquisti della pubblica amministrazione. Una ritrattazione completa? Pesanti discrasie su quanto raccontato nei mesi scorsi ai magistrati napoletani? A piazzale Clodio le bocche restano cucita ma l’unica certezza è che quanto raccolto dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Mario Palazzi, titolari della maxinchiesta, è entrato in “conflitto” su quanto era già stato messo a verbale nelle stanze della procura di Napoli.

27 giugno 2017 – Woodcock indagato per rivelazione di segreto d’ufficio
Henry John Woodcock è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio. Ipotesi di reato che coinvolge anche la giornalista Federica Sciarelli, amica di lunga data di Woodcock. Per lei il reato configurato a piazzale Clodio è quello di concorso in rivelazione del segreto. Alla conduttrice del programma televisivo “Chi l’ha visto?” è stato sequestrato il telefono cellulare. Gli accertamenti al vaglio del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Mario Palazzi vertono sulla pubblicazione nel dicembre scorso su “Il Fatto Quotidiano”, a firma di Marco Lillo, di un articolo riguardante la fuga di notizie attraverso la quale i vertici di Consip sarebbero venuti a conoscenza dell’inchiesta avviata dai pm napoletani, prima che fosse trasferita a Roma per competenza territoriale. Il sospetto di chi indaga è che la giornalista Sciarelli sia stata il tramite per il passaggio delle informazioni dal pm partenopeo al Fatto Quotidiano. Gli atti relativi al procedimento nei confronti del pm napoletano sono stati trasmessi dalla Procura di Roma al Ministero della Giustizia, al pg della Cassazione e al Csm, che li ha secretati. Presso l’organo di autogoverno dei magistrati è già aperta una pratica in Prima Commissione per accertare se nel filone napoletano dell’inchiesta Consip, siano state commesse irregolarità.