Capitoli

  1. Consip, dagli scoop del Fatto Quotidiano ai rinvii a giudizio: ecco la storia dell’inchiesta
  2. Indagati eccellenti
  3. Il Giglio magico e gli amici del babbo
  4. I pizzini di Romeo, gli sms 'pugliesi' di Lotti
  5. Roma-Napoli, procure contro (ma non si può dire)
  6. Il Noe dei carabinieri nella bufera
  7. "Babbo, devi dire la verità, non come in passato"
  8. Le accuse alla Procura di Napoli
  9. L'intoccabile babbo
  10. Il caso Woodcock si apre e si chiude
  11. Non credibile, ma non processabile
  12. "Non archiviate Tiziano"
Giustizia & Impunità

Consip, dagli scoop del Fatto Quotidiano ai rinvii a giudizio: ecco la storia dell’inchiesta

Gli scoop del Fatto pochi giorni prima del Natale 2016; da allora tre anni di indagini, tentativi di delegittimarle, presunti complotti e un'unica verità giudiziaria: la fine della vicenda la scriverà un processo

Dicembre 2016, settimana di Natale. Per tre giorni Il Fatto Quotidiano apre il giornale con altrettanti scoop di Marco Lillo. “Inchiesta a Napoli su un affare miliardario della Consip”, “Indagato il comandante dell’Arma”, “Indagato Lotti”: le notizie sono il punto di partenza di una vicenda che diventerà centrale nelle cronache politiche e giudiziarie dei successivi tre anni. Tutto nasce dai pm di Napoli che indagano su un dirigente della Consip – la centrale acquisti della pubblica amministrazione – accusato di aver favorito le società riconducibili all’imprenditore Alfredo Romeo in cambio di somme di denaro versate in contanti dallo stesso Romeo. È solo il primo filone d’inchiesta, il punto di partenza di un’indagine che si allarga, riserva colpi di scena ogni giorno e che tocca i massimi vertici della politica italiana: per i pm ci sono state fughe di notizie, spuntano i nomi di indagati eccellenti, dai generali dei carabinieri Del Sette e Saltalamacchia fino al ministro dello Sport Luca Lotti, da sempre considerato braccio destro dell’ex premier Matteo Renzi. Il cui padre, Tiziano, finisce iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di traffico di influenze. Altri personaggi entrano ed escono dall’inchiesta, la vicenda inevitabilmente approda in Parlamento,bollata dai renziani come un complotto contro il leader e la sua famiglia. A distanza di tre anni, il 3 ottobre 2019, ecco il punto fermo da cui far ripartire tutto: Lotti, Saltalamacchia e Vannoni sono rinviati a giudizio per favoreggiamento, Del Sette per rivelazione di segreto, Carlo Russo per millantato credito. La fine della vicenda Consip, quindi, la scriverà un processo. Per ora, invece, ecco la storia per punti dell’inchiesta.

21 dicembre 2016 – A Napoli si indaga su Consip
A metà dicembre, la procura di Napoli ha disposto una perquisizione nella abitazione e negli uffici di Marco Gasparri, dirigente della centrale acquisti Consip. Il dirigente e Alfredo Romeo hanno ricevuto avvisi di garanzia per le ipotesi di reato di associazione per delinquere e corruzione in concorso con altre persone. La perquisizione è stata disposta dal pm della Dda di Napoli Henry John Woodcock. Si tratta di un filone di indagine scaturito da una serie di intercettazioni nell’ambito di una più estesa indagine su presunte irregolarità nell’assegnazione degli appalti alle società che fanno capo a Romeo. Secondo lo scenario prospettato dagli inquirenti, il dirigente Consip si sarebbe attivato per avvantaggiare Romeo, fornendo in cambio di presunte tangenti notizie riservate che avrebbero favorito la formazione di cartelli di imprese, con bandi cuciti su misura. Una ipotesi che gli inquirenti intendono verificare attraverso una serie di accertamenti, tra i quali la ricerca di documentazione che ha portato alla perquisizione eseguita dai carabinieri del Noe di Roma e dai militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli.