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Versace, polemiche in Cina per una linea di t-shirt e felpe. Donatella costretta a scusarsi, merce subito ritirata dal mercato

Donatella Versace: "Non ho mai voluto mancare di rispetto alla sovranità Nazionale". La seconda gaffe della moda italiana in Cina dopo quella dello scorso novembre di Dolce&Gabbana

Hong Kong e Macao indicate come città indipendenti e non parte della Cina. È la gaffe fatta da Versace che ha indicato così su alcune sue magliette e felpe le due metropoli asiatiche. Un errore che non è passato affatto inosservato e ha scatenato grandi polemiche in Cina, tanto da costringere Donatella Versace a scusarsi pubblicamente e ritirare subito dal mercato gli articoli incriminati. Dopo le accuse di Razzismo e sessismo contro la cultura cinese ai video promozionali di Dolce&Gabbana nel novembre 2018, ora è toccato a un’altra griffe italiana fronteggiare l’irritazione della Cina.


“Sono profondamente dispiaciuta per il recente sfortunato errore che è stato fatto dalla nostra azienda e che è attualmente oggetto di discussioni sui social”, scrive in un post su Instagram Donatella Versace. “Non ho mai voluto mancare di rispetto alla sovranità Nazionale della Cina – ha aggiunto – ed è per questo che ho voluto scusarmi personalmente per questo errore e per qualsiasi problema causato”. La casa di moda ha comunque fatto sapere che aveva ritirato dal mercato e poi distrutto gli abiti in questione già il 24 luglio scorso. Questo però non è bastato ad evitare ripercussioni. Oltre alle polemiche sui social, l’attrice cinese Yang Mi ha deciso di interrompere la cooperazione con Versace, accusando il brand di voler attentare all’integrità nazionale.

Il precedente di Dolce e Gabbana riguarda invece uno sport pubblicitario in cui si vedeva invece una modella cinese alle prese con un grande cannolo, un enorme piatto di spaghetti e una pizza gigante. La ragazza veniva ritratta in un momento di evidente difficoltà, mentre cercava di mangiare i cibi tipici italiani con l’uso delle bacchette. Nel video i cui era presente il cannolo, inoltre, si sentiva una voce chiedere alla ragazza dello spot: “È troppo grande per te?”. L’influente sito web di moda Jing Daily aveva pubblicato un lungo articolo in cui parlava di “caduta di tono e di gusto”. Non solo, sull’account Instagram di Stefano Gabbana erano state pubblicate anche delle frasi che si riferivano alla Cina come a una “mafia maleodorante”. Per cercare di rimediare, i due stilisti, avevano detto che i profili Instagram del marchio e di Stefano Gabbana erano stati hackerati e si erano comunque scusati ufficialmente, ma ormai la gaffe gli era comunque costata l’annullamento di un grande evento programmato per quei giorni a Shanghai e una campagna di boicottaggio da parte dei siti locali di e-commerce avevano chiesto di rimuovere i prodotti del brand, mettendo a rischio un terzo del fatturato dell’azienda.