Economia

Borse, spread chiude a 284 punti. Salvini: “Sale perché ci tengono sotto scacco, ancorati a vecchie regole Ue. Cambiarle”

Il tasso di interesse del decennale italiano è al 2,7% contro il 2,68% di lunedì, mentre va a picco il rendimento degli omologhi tedeschi, considerati porto sicuro: -0,15%. Si assottiglia la distanza rispetto ai titoli di Stato della Grecia. Secondo la Reuters la Commissione è orientata ad avviare il 5 giugno una procedura contro l’Italia a causa dell’alto debito. Ma Moscovici: "Contrario a sanzioni"

Il giorno dopo l’esito delle elezioni europee e la sfida lanciata da Matteo Salvini all’Europa sulle regole di bilancio, e in attesa della lettera della Commissione che contesterà al governo gialloverde l’eccesso di debito, sale la temperatura misurata dal termometro del “rischio Italia” sui mercati. Piazza Affari è la peggiore d’Europa, appesantita dalle banche. Solo due i titoli in positivo. E il differenziale di rendimento tra i Btp italiani e i Bund tedeschi, che misura il guadagno aggiuntivo chiesto dagli investitori per comprare debito italiano invece di quello di Berlino, ha aperto in salita a 284,8 punti base contro i 280 della chiusura di lunedì e poi si è allargato fino a 289 punti, cosa che non accadeva da febbraio, per poi ripiegare e chiudere a 284, comunque in lieve rialzo rispetto ai 282 punti della chiusura di ieri. Per fare qualche confronto, lo spread tra i Bund e i Bonos spagnoli è a 94,8 punti quello tra Bund e titoli portoghesi a 108 punti.

“Lo spread aumenta perché c’è chi tiene sotto scacco l’Italia e vuole che resti ancorata a regole vecchie“, ha attaccato Salvini in diretta facebook dal tetto del Viminale. “L’Italia ha un’economia sana. Gli italiani devono essere messi in grado di competere. Siamo tutti uguali? Non si capisce perché qualcuno debba speculare sulla pelle del Paese e degli italiani e qualcun altro debba pagarne le conseguenze”. Nel pomeriggio il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici ha comunque gettato acqua sul fuoco spiegando: “Avrò uno scambio di vedute con il governo italiano su misure aggiuntive che potrebbero essere richieste per essere in linea con le regole” e in caso di violazione le sanzioni sono previste ma “non le prediligo“. E il suo staff ha aggiunto che “è sempre stato in principio più a favore del dialogo che delle sanzioni, poiché ritiene che se il processo arriva allo stadio delle sanzioni è sempre e comunque un fallimento”.

Si assottiglia la distanza tra titoli italiani e greci – Sul mercato secondario, il tasso di interesse del decennale italiano è rimasto al 2,68% come lunedì, mentre va a picco il rendimento degli omologhi tedeschi, considerati porto sicuro: è a -0,15%. Si assottiglia la distanza tra i rendimenti italiani e quelli dei decennali della Grecia, i cui rendimenti sono calati dopo la sconfitta di Tsipras. Lo spread tra i tassi sui titoli quinquennali, poi, si è ridotto a soli 10 punti. Nell’asta con cui il Tesoro ha collocato 2,5 miliardi di Ctz a due anni (scadenza giugno 2021) il rendimento è salito di 12 punti, allo 0,818%.

Entro la settimana lettera Ue che chiede chiarimenti sul debito – Già domani, e comunque entro la settimana, è attesa la lettera con cui la Commissione chiederà chiarimenti all’Italia sui “fattori rilevanti” che hanno inciso sull’andamento del debito pubblico. Stime Ue alla mano, il debito italiano dovrebbe salire dal 132,2% nel 2018 al 133,7% quest’anno e al 135,2% nel 2020 (mentre il governo ritiene che quest’anno non supererà il 132,6%, comunque in salita rispetto al 2018). “Vediamo se arriva questa letterina in cui ci multano per debito accumulato nel passato e ci chiedono di pagare 3 miliardi”, ha detto Salvini in un’intervista a Radio RTL 102,5. “Negli ultimi dieci anni seguendo le letterine, i vincoli, Monti, la Fornero, l’austerità, i tagli, i regolamenti, il debito è aumentato di 655 miliardi. Ogni mia energia sarà dedicata a cambiare le regole Ue”. Le spiegazioni del governo italiano saranno comunque prese in considerazione nell’analisi approfondita sulla situazione che l’esecutivo europeo dovrà presentare il 5 giugno insieme alle raccomandazioni per ogni paese europeo. Quel giorno, secondo Reuters che cita due fonti comunitarie, Bruxelles è “decisamente orientata” ad avviare una procedura contro l’Italia a causa dell’alto debito che non rispetta le regole Ue. Moscovici ha fatto però sapere di essere contrario all’utilizzo di sanzioni.

Le tappe della procedura: prima della multa passano molti mesi – Ieri Bloomberg ha calcolato che l’Italia rischia, a spanne, una multa fino a 3,5 miliardi di euro. Ma va chiarito che la procedura per deficit eccessivo è lunga complessa: prevede ben 17 passaggi, il primo dei quali è la redazione di un rapporto ex articolo 126.3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Segue lo stesso iter la procedura per debito, mai lanciata nei confronti di nessuno Stato membro, che l’Italia ha rischiato nel dicembre scorso e che ha evitato grazie a un accordo con la Commissione in seguito al quale ha rivisto la manovra di bilancio 2019. Per quell’accordo la Commissione è stata criticata apertamente dal ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra. Moscovici ha fatto notare che l’Italia ha un ruolo centrale nell’Eurozona e che l’accordo era nell’interesse di tutti. Il rischio era quello di scatenare un’altra crisi dell’euro.

Il rapporto ex articolo 126.3 stabilisce la violazione del criterio del deficit o di quello del debito. La procedura diventa più vincolante a mano a mano che si procede e prevede sanzioni solo in una fase avanzata: allo stadio dell’articolo 126.7, il decimo della piramide, è prevista la possibilità che la Commissione raccomandi il deposito infruttifero di una somma pari allo 0,2% del pil. All’articolo 126.8, l’undicesimo gradino della piramide, è prevista la possibilità di sospendere una parte o tutti gli impegni oppure i pagamenti relativi ai fondi strutturali e di investimento europei. Al dodicesimo stadio, è possibile per la Commissione raccomandare di imporre una sanzione, non più un deposito infruttifero, pari allo 0,2% del pil. Il tutto si intreccerà con l’avvicendamento dei commissari e dei vertici dell’esecutivo Ue, previsto per novembre.

Al diciassettesimo stadio, l’articolo 126.11, il Paese potrebbe subire, oltre alla sospensione dei pagamenti o i pagamenti legati ai fondi strutturali, una multa pari allo 0,2% del pil, pari appunto a circa 3,5 miliardi. A cui si aggiunge, in questa ultima fase, una componente variabile, per un ammontare fino allo 0,5% del pil. La decisione si prende in Consiglio, a maggioranza qualificata. Passerebbero molti mesi, nel caso, prima di arrivare a quella fase. Nel frattempo sarebbe inevitabile un aumento rendimenti dei titoli di Stato e un allargamento degli spread.