Se il matrimonio andasse in porto nascerebbe il terzo polo costruttore di auto al mondo, in grado di competere in tutti i settori del mercato, quotato a Milano, Parigi e New York. Il 50% delle azioni andrebbe agli attuali soci dell'azienda basata in Olanda, l'altro 50% agli azionisti del gruppo francese. Secondo Fca maturerebbero nuove strategie per 5 miliardi e nessuno stabilimento verrebbe chiuso
Con la fusione tra Fca e il gruppo Renault nascerebbe il terzo costruttore automobilistico al mondo, alle spalle dei gruppi Volkswagen e Toyota. Se l’alleanza venisse in seguito estesa a Nissan–Mitsubishi, attualmente al quinto posto della classifica mondiale, il nuovo gruppo balzerebbe al primo posto con 15,6 milioni di vetture vendute, in netto distacco rispetto all’azienda di Wolfsburg e dalla casa giapponese. Dal punto di vista geografico, in base alle vendite globali di Fca e di Groupe Renault del 2018, la società risultante dalla fusione sarebbe la quarta nel Nord America, la seconda in Emea e la prima in America Latina e avrebbe maggiori risorse necessarie per accrescere la propria presenza nella regione Apac. Su una semplice base aggregata, sulla base dei risultati 2018, i ricavi della società risultante dalla fusione – spiega Fca – sarebbero quasi 170 miliardi di euro con un utile operativo di oltre 10 miliardi di euro e un utile netto di oltre 8 miliardi di euro.