Capitoli

  1. Basket, via ai playoff scudetto: l’obbligo di vincere di Milano alla prova delle sorprese. Storie e incroci delle 8 in corsa
  2. Milano, l'obbligo di vincere
  3. Cremona, la squadra degli Mvp
  4. L'incognita Reyer Venezia
  5. La Sassari del 'Poz' mina vagante
  6. Brindisi, la sorpresa senza pensieri
  7. Trento, squadra che ama i playoff
  8. Trieste, l'orgoglio oltre i problemi
  9. Avellino, la missione impossibile
Sport

Avellino, la missione impossibile - 9/9

La squadra di Giorgio Armani parte in pole position, ma dietro sgomitano la Vanoli Cremona del coach della Nazionale Meo Sacchetti e la Reyer Venezia che sfilò lo scudetto all'Olimpia due anni fa. Ma attenzione anche a Trento, l'unica finalista negli ultimi due anni, e alle sorprese Sassari e Brindisi. Mentre Trieste e Avellino cercano due missioni impossibili contro le prime della classe. Numeri, storie e curiosità delle sfide scudetto che iniziano oggi con Milano-Avellino e Brindisi-Sassari

Ha acciuffato i playoff per i capelli, all’ultima giornata, e grazie agli incastri della classifica avulsa. Tutta colpa di un girone di ritorno giocato a ritmi da salvezza (5 vittorie, 10 sconfitte) compensato solo da un girone d’andata vicino alla perfezione. Si presenta al Forum di Assago per una missione che ha i contorni dell’irrealtà, ma con il vantaggio di non avere alcun tipo di pressione e la consapevolezza di poter sfruttare il talento diffuso (Caleb Green, Kyfer Skyes, Demonte Harper) e il cuore italiano di Luca Campogrande, che quando la squadra si è ritrovata falcidiata da partenze e infortuni ha giocato oltre le aspettative, e Ariel Filloy. La Sidigas Avellino proverà a ripartire dal 30 dicembre 2018, quando l’Olimpia Milano cadde al PalaDelMauro sotto i colpi di Skyes, autore di 31 punti, nonostante la squadra iniziasse già a conoscere le prime sofferenze stagionali poi sfociate nell’esonero di coach Nenad Vucinic, sostituito dal suo vice Massimo Maffezzoli. Servono 3 partite come quella lì: mission impossible, forse.

L’UOMO IN PIÙ
Conosce il clima playoff, ha già assaporato il gusto della vittoria contro Milano quando era a Sassari, anni fa, e dimostrato di poter essere il vero ago della bilancia biancoverde. Caleb Green sta facendo di tutto per esserci dopo l’infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo nelle ultime 4 giornate. Ala grande, ma con percentuali da guardia (36.6% da 3) e visione da playmaker (2.7 assist) è un giocatore senza difetti. Nelle 25 presenze stagionali ha chiuso per 19 volte con più di 10 punti a referto e il suo momento di difficoltà è coinciso con quello di tutta la squadra. Se Milano dovesse sudare più del previsto, bisognerà con ogni probabilità controllare il suo tabellino per capire il perché.

LA STORIA
Si è presentato in ritardo all’inizio stagione, ma con tanto di giustificazione della società: Keifer Sykes doveva presenziare alla prima del docufilm di cui è protagonista, Chi-Town, disponibile su Amazon. Storia di periferia malfamata, infanzia difficile e riscatto improvviso. Nato a Chicago nel 1993, penultimo giorno dell’anno, come LeBron James e Tiger Woods, Sykes diventa adulto in fretta: a 16 anni è già papà, poco dopo inizierà a fare da padre anche ad alcuni cugini. Studia, va al college, resta ai margini della Nba, sbarca in Turchia e poi in Campania. Doveva fare il secondo di Norris Cole, si è ritrovato protagonista. Quando la società ha avuto problemi economici, come raccontò a La Gazzetta dello Sport, ha deciso di fare la sua parte: è andato a convivere con un compagno di squadra per far risparmiare un affitto.