Capitoli

  1. Basket, via ai playoff scudetto: l’obbligo di vincere di Milano alla prova delle sorprese. Storie e incroci delle 8 in corsa
  2. Milano, l'obbligo di vincere
  3. Cremona, la squadra degli Mvp
  4. L'incognita Reyer Venezia
  5. La Sassari del 'Poz' mina vagante
  6. Brindisi, la sorpresa senza pensieri
  7. Trento, squadra che ama i playoff
  8. Trieste, l'orgoglio oltre i problemi
  9. Avellino, la missione impossibile
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Milano, l'obbligo di vincere - 2/9

La squadra di Giorgio Armani parte in pole position, ma dietro sgomitano la Vanoli Cremona del coach della Nazionale Meo Sacchetti e la Reyer Venezia che sfilò lo scudetto all'Olimpia due anni fa. Ma attenzione anche a Trento, l'unica finalista negli ultimi due anni, e alle sorprese Sassari e Brindisi. Mentre Trieste e Avellino cercano due missioni impossibili contro le prime della classe. Numeri, storie e curiosità delle sfide scudetto che iniziano oggi con Milano-Avellino e Brindisi-Sassari

Arriva ai playoff forte di 23 vittorie e 7 sconfitte. Ma ben sei (una a tavolino) sono arrivate nel girone di ritorno, quattro delle quali contro squadre (Brindisi, Sassari, Venezia e Cremona) ai nastri di partenza per scippare lo scudetto ai biancorossi. Sulla carta contano poco: un po’ perché l’Armani Exchange è stata impegnata a lungo in Eurolega e un po’ perché in una serie di playoff al meglio delle 5 (e in finale 7) partite mettere più volte sotto la squadra allenata da Simone Pianigiani è impresa ardua. Assente – almeno all’inizio del quarto contro Avellino – sarà Mike James, l’uomo in più in fase realizzativa: una chiamata alle armi per chi (italiani in primis) durante la stagione regolare ha avuto meno spazio. La pressione è tutta sulle spalle di Milano, già affondata (male) in Coppa Italia: vincere o fallire, non ci sono vie di mezzo. La prima avversaria è Avellino, ottava ma con un roster che sulla carta avrebbe potuto aspirare a molto di più.

L’UOMO IN PIÙ
Detto di James e premesso che Milano è la squadra con il collettivo migliore e con il maggior numero di giocatori in grado di ‘cambiare’ la partita, l’uomo con la marcia in più quando la palla inizia ad avere un peso specifico alto è Curtis Jerrells. La guardia americana, classe 1987, è colui che ha dato il là al primo successo di Milano con la tripla all’ultimo secondo sul campo di Siena in gara-6 della finale scudetto 2014 che scucì il tricolore dalle maglie di una squadra che lo esibiva da anni e sarebbe scomparsa di lì a pochi giorni. Anche in questa stagione ha già risolto diverse partite: quando Milano sarà in difficoltà, sa già da chi andare.

LA STORIA
In Italia arrivò tanti anni fa. Non a Milano, non in Serie A. Nemmeno in A/2. Ma in terza serie. Lo scoprì la Paffoni Omegna, ma anche nei mesi in cui il playmaker di Portland faceva impazzire i suoi tifosi e le difese avversarie, ai piani superiori del basket italiano nessuno corse a blindarlo per la stagione successiva. Era il 2013. Mike James è tornato in Italia solo a settembre dopo aver giocato due anni col Saski Baskonia, aver vinto due campionati in Grecia con il Panathinaikos ed essersi goduto la Nba con Phoenix Suns e New Orleans Pelicans. Era sul lago d’Orta e costava poco: per percorrere i 112 chilometri che lo separavano dal Forum di Assago è dovuto finire dall’altra parte dell’Oceano.