Politica

Cara Giulia Grillo, ma ti sei dimenticata tutto?

Oggi la comunicazione è soprattutto social. Giulia Grillo, medico, da alcuni mesi è ministra della Salute e comunica attraverso i social tutte le sue iniziative per i cittadini. Purtroppo sono prevalentemente interventi riguardanti la malasanità e i controlli inutili su fatti già avvenuti di corruzione. Ma vi invito a cercare le pagine Facebook e Twitter per rendervene conto direttamente. Anche se dubito che le segua lei direttamente.

Mercoledì però quando ho letto il solito “messaggio elettorale” inconcludente postato su Twitter che riporta uno stralcio dell’intervista a Rainews24 mi sono preoccupato:


Sì, ma con quali soldi? Chiedendo alle casse dello Stato o provando a risparmiare? Mi è venuta subito in mente la mia rinuncia alla candidatura nella lista civica di Roberto Maroni nel Consiglio regionale lombardo proprio perché loro, per la sanità, dicevano solo che avrebbero tagliato i ticket. Che da un punto di vista elettorale è cosa buona e giusta. ma i conti poi… Allora erano le Regionali, oggi saranno le Europee. Allora Lega, oggi M5S. Insieme, diversi ma tanto uguali.

Così ho deciso di parlare direttamente a Giulia – così la chiamavo nel mio studio alla presenza di Massimo Baroni, ma sembrano passati anni luce e tante poltrone – con questa lettera aperta che serve a ricordare e a consigliare. Dal basso.

Ti ricordo, cara Giulia, che per redistribuire occorre prima risparmiare. Perché non hai ancora tirato su il telefono e hai detto al Presidente Aifa che, come dicono da anni il dottor De Felice e l’avvocato Giorgio Muccio che conosci bene, sarebbe meglio usare solo Avastin nella degenerazione maculare senile, come dovresti sapere visto che lo ha detto l’Oms? Per questo, solo per un farmaco, potresti risparmiare centinaia di milioni di euro all’anno: possono servire?

Perché non decidi ora di inviare a domicilio ai cittadini le terapie croniche invece di spendere tanti soldi pubblici per arricchire le farmacie che nel nostro Paese sono spesso private? Lo sai che Amazon lo studia da tempo? Perché non riduci lo strapotere dei farmacisti privati fondando delle farmacie pubbliche, comunali (sono sempre meno!) o statali, anche virtuali, almeno per le patologie croniche pagate dallo Stato, che potrebbe risparmiare almeno il 30% del prezzo?

Cara Giulia, perché non imponi una rinegoziazione degli accreditamenti delle strutture private sulla base di pari equilibri? Sai quante strutture private accreditate non hanno un Pronto Soccorso perché costa e lo lasciano a quelle statali, tanto paghiamo noi? Sai quante strutture private accreditate eseguono solo interventi costosi o visite private lasciando “gli scarti” agli ospedali pubblici? Sai quante strutture private accreditate allungano le liste di attesa (tu vorreste ridurle punendo i direttori generali? Ma cosa c’entrano in questo?) delle visite e degli interventi con la mutua, magari utilizzando i “solventi divisionali” (veri e propri furti dalle tasche degli italiani, che sborsano una cifra bassa per poter fare una visita mutualistica prima del tempo cui hanno diritto perché pagano le tasse!)? Sei così sicura, adesso che sei a capo del barcone, che si facciano sempre interventi utili per i cittadini visto che i controlli vengono fatti sulle cartelle cliniche mentre ti ho spiegato che occorre farli sui pazienti? Eri d’accordo, te ne sei dimenticata ora che sei “irraggiungibile”?

Cara Giulia, perché l’antidiabetico Pioglitazone, ritirato dal mercato in Francia e in altri Paesi europei, tu non lo hai ancora fatto ritirare adesso che puoi? Ricordi i miei articoli che ti ho fatto leggere? Ricordi che l’allora ministra Beatrice Lorenzin nemmeno rispose alle interrogazioni firmate anche da te?

Cara Giulia, quando cerchi di ricostruire la medicina del territorio e togli – costruendo sistemi di controllo sui pazienti, come ti ho spiegato – al medico di base quell’odioso filtro per cercare di far risparmiare allo Stato esami e visite magari utilissime? Così magari puoi pensare di farli tornare a visitare veramente, e perché non con un sistema di primo filtro ospedaliero, per ridurre i codici bianchi e verdi e lasciare ai Pronto Soccorso le vere urgenze mediche e chirurgiche? Sai che la Regione Lombardia destina centinaia di milioni di euro ai medici che fanno anche da segreteria? Non possono tornare utili?

Da ultimo, cara Giulia, a te che piace tanto la tecnologia, quando imponi History Health come unico sistema vero di gestione soggettiva dei dati sanitari in mano ai pazienti, utilizzabile in tutto il mondo (basta ci sia una connessione a Internet)? Ricordi, te lo presentai insieme al mio sviluppatore Henrik Sozzi, sempre in presenza di Massimo Baroni quel giorno nel mio studio. Sembrano passati anni luce e tante poltrone. E i cittadini sempre più lontani. Mi dicesti che c’era l’articolo V: era difficile farlo capire alle Regioni. Ma ora sei ministra, cara Giulia, sei sicura che non sia meglio per i cittadini rivalutare l’accordo Stato-Regioni? 

Cara Giulia, si può fare molto in sanità partendo dal basso. Ti sei dimenticata tutto?