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Cinema

Film in uscita al cinema, cosa vedere e non nel fine settimana del 6 aprile - 6/9

A QUIET PLACE di e con John Krasinski, IL GIOVANE KARL MARX di Raoul Peck, LOVERS di Matteo Vicino, I SEGRETI DI WIND RIVER di Taylor Sheridan, SUCCEDE di Francesca Mazzoleni, CHARLEY THOMPSON di Andrew Haigh, THE CONSTITUTION di Rajiko Grlic, IL MISTERO DI DONALD C. di James Marsh, QUANTO BASTA di Francesco Falasch: anticipazioni e recensioni

CHARLEY THOMPSON di Andrew Haigh, con Charlie Plummer, Steve Buscemi, Chloe Sevigny. GB 2017. Durata: 121’. Voto 3/5 (AMP)

Non più anziani in crisi matrimoniale (45 Years) né giovani gay che si accoppiano per un fine settimana (Le Weekend) scoprendo la bellezza dell’amore. Questa volta il regista britannico Andrew Haigh si avventura al seguito di un teenager in fuga da tutto e dunque alla ricerca di se stesso. Ma soprattutto decide di uscire dal “proprio” Regno (Unito) per addentrarsi nella wilderness americana, inquietante quanto seducente. Al suo fianco è lo scrittore Willy Vlautin, capace col bestseller Lean on Pete (titolo anche originale del film) di emozionare una generazione di lettori in giro per il pianeta. Plot semplice ma raffinato, il quarto lungometraggio di Haigh è il romanzo di formazione on the road dell’eponimo 15enne, abbandonato a se stesso nella sola compagnia di un magnifico cavallo. L’attraversamento di un’America feroce e alla deriva di se stessa è lo specchio del protagonista, causa e conseguenza di ogni suo pensiero e azione. Al cineasta e sceneggiatore, piuttosto fedele alla fonte letteraria di partenza, non sfugge nulla, specie quei dettagli di cui lo si sa maestro. Suo complice perfetto nella formulazione di questo giovane Candid – bellissimo e dolente – è l’attore Charlie Plummer, selezionato fra migliaia e aderente al tono di un testo che tende più alla profondità che all’espansione, nonostante il paesaggio. Ma il tempo, per quanto della durata di sole due ore, sembra infinito: il ritmo indugia, non tutte le soste narrative sono cariche di senso, lo spettatore meno avvertito potrebbe aversene. Per quanto positivo, il giudizio su Charley Thompson non raggiunge le vette dei sopra citati precedenti di Haigh.