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Cinema

Film in uscita al cinema, cosa vedere e non nel fine settimana del 6 aprile - 4/9

A QUIET PLACE di e con John Krasinski, IL GIOVANE KARL MARX di Raoul Peck, LOVERS di Matteo Vicino, I SEGRETI DI WIND RIVER di Taylor Sheridan, SUCCEDE di Francesca Mazzoleni, CHARLEY THOMPSON di Andrew Haigh, THE CONSTITUTION di Rajiko Grlic, IL MISTERO DI DONALD C. di James Marsh, QUANTO BASTA di Francesco Falasch: anticipazioni e recensioni

I SEGRETI DI WIND RIVER di Taylor Sheridan. Con Jeremy Renner, Elizabeth Olsen, Graham Greene. Usa 2017. Durata: 111’. Voto 3,5/5 (DT)

Wyoming, esterno notte, montagne e alberi ghiacciati di una desolata riserva indiana. In una distesa di terra che pare infinita una ragazza fugge disperata con la neve alta fino alle ginocchia. Sarà un ufficiale federale di solito addetto alla caccia di grossi predatori, a trovarne per caso il cadavere che presenta segni di violenza sessuale. Assieme al capo pellerossa della polizia locale e alla volenterosa ma sprovveduta giovane agente dell’FBI, l’ufficiale cercherà faticosamente di riportare giustizia nelle riserva indiana di Wind River, un luogo dove non esiste più la legge, ma solo la violenza primitiva dell’uomo e il muto e spietato scorrere della natura. L’esordio di Sheridan alla regia aggiorna il trittico fortemente simbolico da lui scritto (Sicario, Hell or high water) sulla terra di frontiera statunitense. Echi western, con un desiderio di vendetta basato su lutti personali e comunità dilaniate da violenza e inazione, I segreti… è strutturato su una prima parte contratta, dolorosamente rarefatta da detection senza troppe sorprese, per poi esplodere nel devastante flashback risolutivo e in un paio di sequenze di regolamento di conti sul finale che disegnano sagome di morte nell’abbacinante e sinistro candore di una neve ad intermittenza che mette in scacco l’uomo. Forse un tantino invadente il commento musicale, ma il senso generale dell’ambiente ostile privo di legge e umanità è rappresentato in modo davvero potente. Renner superbo soprattutto quando le parole scarseggiano e la performance è tutta nella mimica.