Isabelle Huppert è invece l’attrice più “europea” del quintetto in nomination. Solitamente associata al cinema di Claude Chabrol ha invece esordito nel 1971 con uno dei film più sottovalutati di Claude Sautet (È simpatico ma gli romperei il muso), per poi passare alla corte di Bertrand Tavernier, di Otto Preminger e Claude Goretta. Interpretando La merlettaia per il regista svizzero è stata notata da Chabrol che poi la vuole protagonista in Violette Noziere (1978), caso giudiziario francese su un’omicida negli anni trenta che suscitò un interesse morboso da parte di stampa e opinione pubblica. Premio a Cannes come Miglior Attrice, ma anche una sorta di marchio caratteriale per un personaggio di donna apparentemente indifesa, un po’ spostata, antiborghese e violenta che tornerà continuamente in tutta la sua lunghissima carriera: con Chabrol ne Il buio nella mente, con Haneke ne La Pianista, e infine in questo Elle, dove la variazione sul tema è davvero minima, con una protagonista ricca, violentata in casa, ossessionata dal sesso, vittima che si trasforma in qualcosa di cinicamente differente come nel più classico dei film di Paul Verhoeven. Ad Hollywood la Huppert non si è scostata molto dal prototipo europeo: per Michael Cimino è tenutaria di un bordello in I cancelli del cielo (1980), e per David O. Russell in I love Huckabees(2004) è una signora a dir poco allupata e nichilista.