Capitoli

  1. Il disastro di Viareggio e le altre stragi di nessuno. “Lo Stato ci ignora, le tv spariscono: combattiamo noi per tutti”
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Cronaca

Il disastro di Viareggio e le altre stragi di nessuno. “Lo Stato ci ignora, le tv spariscono: combattiamo noi per tutti” - 8/8

Oggi la sentenza per l’incidente ferroviario del 2009 in Versilia: "Ma il governo non è parte civile e la stampa è comparsa". A portare il peso della richiesta di verità i soli familiari. Come per tanti altri casi: da Ustica alla Terra dei Fuochi fino al terremoto dell'Aquila. Ilfatto.it ha raccolto il racconto dei parenti delle vittime, gli unici a battersi per chiedere giustizia e, di conseguenza, rinnovare almeno un po' il senso civico

Una nuova cittadinanza: “Qual è l’Italia che vogliamo per i nostri figli?”
Le battaglie di questi familiari portano per mano nella stessa direzione. Si assumono una missione che dovrebbe esser

e della politica e che la politica spesso ignora, quasi con disprezzo, quella del rinnovamento del senso civico, della responsabilità. Devastati dal dolore, sgangherati, soli, irrecuperabili, feroci, fragili, combattono ogni giorno – non dando mai margine alla voglia di arrendersi – perché il mondo cambi di un po’ in meglio. E’ così, intrisa di dolore e speranze, che nasce una nuova cittadinanza. “Faceva un totale di 370mila euro, questo mi davano per Emanuela, per la mia vita che non c’è più – ha detto una volta Daniela Rombi parlando delle proposte di risarcimento per il disastro ferroviario in Versilia – La mia risposta è stata: a me non servono quei soldi, che ci aggiustino qualche treno. Che forse non ammazzerà più nessuno qualche treno. Noi dobbiamo pretendere la sicurezza, che ogni mezzo di trasporto in qualsiasi luogo di lavoro sia in sicurezza. Invece chi denuncia l’insicurezza viene licenziato. E’ questa l’Italia che noi vogliamo? Che noi accettiamo di avere per i nostri figli e per il nostro domani?”.