Era ancora un'universitaria quando fece parlare di sé dopo un attacco frontale a un senatore ultraconservatore. La conversione ai democratici per gli orrori del Vietnam e la discriminazione razziale. Il lavoro sui Nixon tapes del Watergate. Poi il matrimonio con Bill, lo scandalo Lewinski, da cui è uscita a testa alta. Ora l'ultimo miglio per diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti. Emailgate permettendo
Solo nel 1975 cede “al suo cuore”, come scriverà nella sua autobiografia (La mia storia, 2003). In verità, non ha superato gli esami di abilitazione forense a Washington, nonostante le referenze, o forse, proprio perché è stata feroce nello smascherare Nixon, mentre le riescono quelli di Little Rock, la capitale dell’Arkansas…”Un segno”, si consola, ricordando quell’amara circostanza. Ma anche uno scacco che ammetterà, con riluttanza, trent’anni dopo. L’11 ottobre 1975 sposa Bill. Vanno ad abitare al 930 di California Drive, a Fayetteville. Oggi la casetta dei novelli sposi è diventata un piccolo museo che si chiama Clinton House, mentre la strada è stata ribattezzata, ovviamente, Clinton Drive. Appena entri, in una vetrina, è esposto l’abito nuziale di Hillary, accanto c’è una copia del certificato di matrimonio. Dal 2010, la Clinton House è iscritta al registro dei Monumenti storici. Da qui comincia l’incredibile storia tutta americana di Clinton&Clinton.
Perché, se vedi Hillary, pensi a Bill e, purtroppo, a Monica Lewinski. Lo scandalo ha macchiato la presidenza di Bill, ma ha mostrato la tempra, il coraggio e la dignità di Hillary. Il suo atteggiamento è stato ammirato e continua ad essere ammirato dalle donne – non solo americane. E forse, questa piattaforma trasversalmente femminista potrebbe consacrare Hillary 45esima presidente degli Stati Uniti.